I farmaci biosimilari sono sviluppati per essere comparabili, e quindi “simili” (per qualità, efficacia e sicurezza) ai medicinali biologici esistenti, utilizzati in particolare per alcune terapie (dalla sclerosi multipla a diversi tipi di tumore, fino all’artrite reumatoide e alla psoriasi). I consumi di questi prodotti sono in crescita: in Italia, nel 2023, hanno registrato un aumento delle vendite del 4,7 per cento rispetto all’anno precedente.
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Cosa sono
Il principio attivo di un farmaco biosimilare è pressoché identico al prodotto biologico di riferimento, il cui brevetto è in fase di scadenza: in questo modo, rappresenta un’opzione terapeutica, a costo inferiore rispetto a quella basata sull’uso del medicinale biologico.
A cosa servono
I farmaci biosimilari, come i relativi biologici di riferimento, derivano da fonti biologiche, quindi da organismi viventi, e servono per specifiche terapie, e anche per la prevenzione, di molte patologie autoimmuni, infiammatorie o oncologiche. In alcuni casi di utilizzano anche per le malattie croniche e possono contribuire a migliorare la qualità della vita del paziente.
Approvazione
Il farmaco biosimilare viene approvato dall’Agenzia Europea per i medicinali (EMA), dopo un confronto testa a testa con il similare biologico: le eventuali differenze, per concludere positivamente l’iter di approvazione, non devono essere considerate rilevanti ai fini clinici.
Come si usano
La prima cosa da sapere nell’uso dei farmaci biosimilari è che non possono essere sostituiti dal farmacista come nel caso dei medicinali equivalenti sul piano dei principi attivi (per esempio un farmaco di marca e il suo equivalente generico). Il cambio va fatto soltanto con il consenso e l’approvazione in forma scritta del medico curante. La stessa cosa riguarda il paziente, che non può sostituire in modo autonomo la ricetta ricevuta.
Vantaggi
I farmaci biosimilari presentano diversi vantaggi:
- Consentono un accesso molto ampio alle terapie più innovative
- Hanno prezzi di partenza inferiori rispetto al farmaco biologico di riferimento
- Possono contribuire alla diminuzione dei prezzi dei farmaci biologi di riferimento
- Un risparmio significativo è anche a vantaggio del Sistema Sanitario Nazionale: secondo l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), soltanto nel 2022 grazie ai biosimilari l’Italia ha risparmiato tra i 60 ai 250 milioni di euro, a seconda dello scenario considerato.
Differenza tra un farmaco generico e un biosimilare
I farmaci biosimilari non sono uguali, ma “simili” ai medicinali di riferimento; il farmaco generico invece è identico a quello di riferimento. E per questo motivo il suo iter autorizzativo è più semplice e veloce.
Farmaci biosimilari più utilizzati
Tra i farmaci biosimilari più famosi e richiesti sul mercato ci sono:
- Infliximab, Rituximab, Etanercept e Adalimunab: utilizzati per le malattie reumatiche, a partire dall’artrite reumatoide.
- L’Adalimumab è efficace anche contro le malattie autoimmuni.
- L’Eparina a basso peso molecolare: un utile anticoagulante.
- Le epoetine che servono contro l’anemia.
- L’Etanercept per la cura della psoriasi e delle artriti.
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