Medicine gratuite, distribuite in strada da professionisti della sanità a chi non può acquistarle. La solidarietà si fa sul campo, percorrendo a piedi i quartieri di Roma nel tentativo di raggiungere 150mila pazienti. Sono cifre enormi, che gettano un’ombra inquietante sulla povertà nel Belpaese. Dati Istat confermano che sono quasi 4 milioni gli italiani e le italiane che fanno fatica a fare una semplice visita con il ticket, o che, di fatto, non hanno accesso alle cure mediche per via dei loro costi. Per non parlare del conto, spesso salatissimo, in farmacia. Tra loro ci sono gli ultimi, che spesso vivono in strada e non riescono nemmeno ad acquistare una confezione di aspirina.
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FARMACIA DI STRADA
Proprio per questo motivo un gruppo di volontari già attivi nella medicina di strada, tutti provenienti dalle fila delle professioni sanitarie, hanno deciso di scendere in campo, fondando una vera e propria farmacia di strada, fruibile da tutti i senzatetto e le persone in stato di indigenza.
Un gesto concreto di lotta alla povertà che vuole avvicinarsi e dare sollievo a tutti coloro che si situano nelle periferie esistenziali richiamate recentemente persino da Papa Francesco, garantendone il diritto alla salute, a cure adeguate e all’accesso al farmaco.
Il progetto pilota della farmacia di strada nasce sulla scia degli ambulatori di medicina solidale che sono disseminati su tutto il territorio della Capitale, in modo capillare, andando da Tor Bella Monaca fino al colonnato di piazza San Pietro, ma ha una sede speciale: l’edificio polifunzionale sede del centro di accoglienza dei volontari del carcere di Regina Coeli, Vo. Re.Co, se si vuole abbreviare, dove sono già attivi progetti di banco alimentare, mense sociali, consulenze legali e raccolte continue e permanenti di abbigliamento e oggetti per i detenuti e le detenute in stato di indigenza.
Un’isola felice sulle sponde del Tevere, in via della Lungara, dove migranti, senzatetto, anziani e nuovi poveri possono trovare pasti caldi, prestazioni specialistiche in campo medico, legale o psicologico, abiti e persino un sindacato con uno sportello di assistenza fiscale.
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FARMACIA DI STRADA ROMA
Il posto giusto dove stabilire un esperimento di servizio sanitario alternativo che punta a diventare caso studio ed esempio da esportare. Nell’ambulatorio solidale gli accessi giornalieri sono una cinquantina, e quelli annuali si attestano sui dodicimila, compresi 3mila i bambini. Una buona parte di pazienti sono stranieri, ma ci sono anche tanti italiani senza fissa dimora. Gli sportelli di somministrazione dei farmaci sono chiaramente affidati a farmacisti professionisti, che su base assolutamente volontaria lavorano in stretta connessione con gli ambulatori di strada. Una risposta, vera e pratica, ai numeri, drammatici, della povertà. E anche un modo per ridurre lo spreco di farmaci, troppo spesso acquistati in grande quantità e non utilizzati, prossimi alla scadenza o in eccedenza. Rendendo davvero sostenibile il sistema di cure mediche garantendone la piena inclusività.
FARMACIA SOLIDALE
Analgesici, antipiretici, antiipertensivi e gastrointestinali, antinfiammatori e antibiotici raccolti nei mesi precedenti per costruire un armadietto dei medicinali su scala più vasta, da destinare a chi non ha accesso ai canali “tradizionali” di distribuzione del farmaco. E, in effetti, la farmacia solidale è nata in collaborazione con il Banco Farmaceutico, l’associazione di categoria che raggruppa le industrie farmaceutiche che producono farmaci generici, (Assogenerici), la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani e l’ Elemosineria vaticana: queste importanti partnership hanno fatto sì che sia stato possibile raccogliere medicinali per un valore di 88mila euro, corrispondenti circa a 9mila confezioni.
Gli utenti della farmacia di strada sono in larghissima parte senza fissa dimora, sia italiani che stranieri, che sono diffidenti nei confronti dei presidi sanitari “tradizionali” o dei pronto soccorso, dove spesso sono rifiutati per via dell’assenza di documenti validi o tesserino sanitario. Al centro di via della Lungara, precisa la dottoressa Lucia Ercoli, direttrice sanitaria e cuore pulsante dell’iniziativa, nessuno deve sentirsi straniero, o senza casa. Possono arrivare anche per la colazione, per un pasto la sera, per servizi di supporto alla persona ed ora anche per i farmaci.
A una condizione: che il Servizio Sanitario Nazionale non sia sordo e cieco davanti alla realtà delle cure negate e non pensi di poter supplire con la volontarietà e la generosità di medici e infermieri al grande problema del diritto alla salute che non c’è.
FARMACIA DI STRADA A BARANZATE
AMBULATORIO PER I POVERI E GLI IMMIGRATI A COSENZA
(Immagine in evidenza tratta da Corriere.it, photo credits Corriere.it)
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