La favola per insegnare ai bambini a non sprecare l’acqua

Un racconto dolce e intenso di Luigi Gianola Bazzini, pedagogista e scrittore. Sulla bellezza e sul fascino dell'acqua

Favola sull'acqua per bambini

FAVOLA SULL’ACQUA PER BAMBINI

Abbiamo già visto quanto sia importante non smettere di raccontare le favole ai bambini e soprattutto non sostituire la buona abitudine del racconto serale con un cartone animato in televisione o un gioco sul cellulare o sul tablet.

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VANTAGGI DELLE FAVOLE PER LA CRESCITA DEI BAMBINI

Sono tanti infatti i vantaggi offerte dalle fiabe ai più piccoli, a partire dal rafforzamento del legame tra genitori e figli. Le favole inoltre offrono ai più piccoli la possibilità di apprendere nuovi schemi di comportamento e imparare a come comportarsi in eventuali situazioni di disagio. La lettura delle favole permette inoltre ai piccoli di sviluppare le proprie capacità linguistiche, intellettuali e relazionali: seguendo le vicende dei loro personaggi preferiti, i piccoli ampliano il proprio vocabolario e acquisiscono curiosità e creatività. Le favole inoltre insegnano ad essere generosi, ad avere pazienza e coraggio e anche a rispettare l’ambiente in cui viviamo e a comprendere l’importanza del non spreco delle risorse che la natura ci ha concesso. Tra queste l’acqua, una risorsa a cui il nostro lettore Luigi Gianola Bazzini, pedagogista, divulgatore e scrittore, ha dedicato una bella fiaba, un racconto scritto per spiegare ai suoi figli quanto sia fondamentale non sprecare un bene così prezioso.

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LA FAVOLA SULL’ACQUA DEL NOSTRO LETTORE LUIGI

Ecco allora la favola scritta dal nostro lettore Luigi in cui i piccoli, attraverso le vicende di “Gocciolina” potranno immergersi nel magico mondo dell’acqua e della natura:

I VIAGGI DI GOCCIOLINA

L’acqua, cari bambini, è la sostanza che compie il maggior numero di viaggi, nel magico mondo della natura: da un ruscello infatti può andare in un lago o in un fiume; dal fiume può andare in parte sotto terra, in parte in un altro fiume oppure in mare.

Qui il sole la fa salire in cielo a formare le nuvole, e … dalle nuvole, spesso scendono tantissime gocce d’acqua che insieme si chiamano pioggia. Una di queste si chiama “Gocciolina”, appena arrivata con altre gocce e goccioloni da un temporale d’agosto, su di una siepe.

“Aahh!” esclama, mentre insieme a tante sorelle e amiche, scende da una lunga e lucida foglia di Lauro..

“Che bello scivolo! Come si va forte!” e mentre cadono in una pozzanghera sotto la siepe odorosa, grida ancora: “Ehi amiche, sentite come siamo profumate adesso!”.

La pozzanghera si allarga fino a diventare un laghetto, poi trovata una discesa e l’acqua parte a tutta velocità verso un fosso, e qui tutte le gocce e goccioloni si mettono in una fila sempre più lunga, e siccome continua a piovere questa fila si allarga e si ingrossa fino a trasformarsi in un torrentello che porta Gocciolina in un viaggio fantastico.

“Ecco i fili d’erba che si muovono e ci accarezzano, guarda che sassi …, di tutti i colori, ooohh! Attenti alle rane, se si tuffano ci fanno saltare; eee oop, salto! … Splash, tutto!”, proseguono così le avventure di queste gocce, poi ad un tratto tutto diventa più grande, eccole arrivate nel fiume Taro che se ne va verso la grande pianura.

“Mamma mia!” dice Gocciolina, “Quante siamo! E quanti colori da vedere! Guardate là sotto il ponte sono tutte grigie, e poi là vicino a quelle gaggie invece diventano verdoline ah, ah! Ehi e questo chi è?”

“Sono un Cavedano” dice fra le bolle un pesciolino argentato, e guizza tra le gocce raggiungendo un branco di altri pesci.

Ma il viaggio non finisce e prosegue poi nel grande fiume Po, dove ad un certo punto tante gocce fanno un salto altissimo e … splashh!! Cadono da una cascatella in un canale costruito dagli uomini e anche la nostra Gocciolina è tra di loro.

“Dove andremo adesso?” si domanda la nostra amica scivolando tra i lumaconi, i rospi e le larve che popolano il bordo canale;

Davanti a loro, poi, appare un grande campo pieno di cocomeri, eee … giuu nella terra;

Gocciolina finisce proprio sotto una di queste piante e nelle gallerie del terreno viaggia al buio, finchè sluurp, una radice succhia gocce in quantità.

Un altro viaggio che la porta a dissetare un frutto! Addirittura dentro a un cocomero, e ora?

“Qua dentro è tutto rosso, mmm che buono è tutto dolce!”, dice “Gocciolina”, che ora si riposa; ma poco tempo dopo si sentono da dentro al cocomero dei forti colpi: “Pooch!, Tuum! Spack!” e le goccioline non fanno in tempo a spaventarsi che rivedono la luce del giorno. Cosa sarà successo? È arrivata la grandine con dei chicchi grandi e grossi che hanno colpito il campo e questi cugini ghiacciati dalle gocce, cadendo, rompono molti di quei cocomeri; Gocciolina è caduta proprio su un chicco di grandine in terra: “Brrrrr! Che freddo che sei!”, dice la nostra amica al chicco grande come una susina, e da lui si sente rispondere: “Se adesso torna il sole, noi torniamo come te. Qui siamo tante e tutte unite dal gelo che si trova tra certe nuvole, va, scivola via che poi ti seguiremo!”.

E via di nuovo in un altro fosso, dove incontra pulci d’acqua e un simpatico pescegatto con i baffi, via, via fino a uno stagno dove entra un tubo che butta acqua nera e puzzolente. In questo scarico di fogna le gocce diventano un po’ nere, un po’ marroni e un po’ grigie e prendono un odore cattivo. Qui Gocciolina è triste anche perché non viaggia più; una notte però si aprono delle chiuse e si riparte a tutta velocità, finchè un grande tubo le fa cadere tutte nel mare Adriatico. Dopo pochi minuti Gocciolina in mezzo a tutte quelle nuove amiche si sente più pulita e non sente più quell’odore terribile: “Mmmm, ma adesso io sento tutto salato, non è vero sorelle?

Intanto arrivano le onde, oop, swaash! Ooop, Swash!, “evviva l’altalena, si va su e si va giù ooooop, fantastico”.

Una mattina alla fine di agosto seguendo altre gocce su un’onda spumeggiante, Gocciolina finisce dritta, dritta nel secchiello di un bambino che la porta sulla spiaggia e sta per rovesciarla sul suo castello di sabbia, quando sente una voce: “Ma tu lo sai ci sono io?” La nostra goccia si è messa vicina a una conchiglia e parla come un uomo con l’altoparlante: “Io sono una piccolissima parte di tutta l’acqua che vedi, caro bambino, e in pochi giorni ho fatto tanti viaggi e giri che tu non puoi neanche immaginare e poi mi hanno raccontato le gocce grandi che ne farò tantissimi altri: tu mi potrai trovare nel tuo lavandino quando ti lavi i denti oppure nel bicchiere dell’acqua da bere e perfino nei tuoi occhi quando piangi! Allora, sono importante o no amico mio? Trattami bene e io ti sarò molto, ma molto utile”.

Il bambino rimane senza parole e guarda l’acqua nel suo secchiello e poi, piano piano, la porta sul canottino, lo tira vicino agli scogli dove versa l’acqua con tutte le gocce su un’onda tra le onde gridando: “Buon divertimento, amica Gocciolina, mi ricorderò di te e dei tuoi viaggi ogni volta che penserò a tutti i posti e le cose dove ci puoi essere tu”.

E poi: “Mamma!, Papà!, voglio conoscere tutto dell’acqua, se me lo spiegate, vi racconterò una storia fantastica, non ci crederete!”.

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