In pochi mesi è diventata la voce più ascoltata nel mondo nella lotta contro la violenza maschile sulle donne. Una voce fatta di poesia, musica, canto. Ma innanzitutto azione. Con uno slogan davvero potente: “Lo stupratore sei tu”.
Rita Segato, non è giovanissima (ha quasi 70 anni), ma la sua energia a favore di un femminismo che ha come primo obiettivo mettere a tappeto la violenza dell’uomo, è freschissima.
FEMMINISMO IN AMERICA LATINA
Nata a Buenos Aires nel 1951, è un’affermata sociologa, attivista, musicologa, scrittrice, insegnante di Antropologia all’università di Brasilia tra il 1985 al 2010, ultimamente responsabile dei programmi di dottorato e diplomi post-laurea interdisciplinari in Bioetica e Diritti Umani della stessa università.
La vita di Rita Segato è una vita spesa al servizio delle donne, restituendo loro parole, e concetti. Come quello, coniato in seguito ai suoi studi, di violenza di genere, non semplicemente di violenza sulle donne. Il discriminante, sottile, è però fondamentale: il genere rappresenta una gabbia entro cui le donne sono obbligate a muoversi, ed è un ottimo punto di partenza per l’analisi delle dinamiche di violenza sulle donne e sulle ragazze. Segato la conosce bene, visto il triste primato dei numeri in America Latina.
Nei paesi del Centroamerica le cifre della violenza di genere stanno raggiungendo picchi di orrore: le violenze sessuali contro le ragazze al di sotto dei 18 anni si attestano intorno ai 500 casi al giorno. In Ecuador, 8 gravidanze su mille sono portate avanti da ragazzine tra i 10 e 14 anni che hanno subito abusi. Più in generale, in America Latina circa 12 donne muoiono ogni giorno per mano di uomini. Un bollettino di guerra.
Una conta raccapricciante, che diventa ancora più alta se si considera il solo caso del Messico, un vero e proprio laboratorio degli orrori. Nella sola città di Ciudad Juárez, tristemente nota alle cronache come la città del Male, sono centinaia e centinaia le ragazze che, dal 1993, vengono rapite e uccise: alcune spariscono per sempre, altre vengono trovate sepolte nel deserto. Rita Laura Segato su Ciudad Juárez ha scritto un saggio intero, pietra miliare per l’analisi della stretta relazione tra potere, silenzio istituzionale e violenza di genere. In quell’occasione, si è dedicata a intervistare numerosi membri di gang criminali, le cosiddette Maras. Nel corso dei colloqui, questi giovani hanno esplicitamente confessato che uccidono le donne per inviare messaggi ad altri uomini, dimostrare la loro forza.
Sul corpo delle donne si conduce una vera e propria guerra senza esclusione di colpi, perciò dobbiamo a Rita Segato l’intuizione di legare il concetto di violenza di genere al concetto di forza e potere slegandoli un po’ dalla più ampia categoria dei crimini sessuali.
PER APPROFONDIRE: Le bugie sull’ Amazzonia fanno il gioco di Bolsonaro. Una cinica furbata delle star che si truccano con il verde
RITA LAURA SEGATO
Attenta e acuta osservatrice delle lotte delle donne indios, è considerata una delle studiose più influenti di quei fenomeni, altro campo di interesse dei suoi studi. Soprattutto con la nuova ondata di lotta delle donne che ha interessato le zone del Centro-Sud America dalla fine del 2018 ad oggi. Molto a lungo è stata ad osservare la vita, e le pratiche di resistenza delle donne indios, e non le sono mancati momenti anche di riflessione, confronto e scontro dialettico con le comunità. Come quando, nel 2019, ha preso posizione pubblica contro l’ex presidente della Bolivia, Evo Morales. In quell’occasione la Segato lo aveva definito “il simbolo del patriarcato dell’America Latina”, provocando le ire delle donne indigene, che invece si erano strette intorno al presidente Morales, a lungo portavoce delle loro istanze, e non le avevano affatto perdonato l’appartenenza a un femminismo “bianco e borghese” che non potevano sentire vicino.
Tuttavia, il contributo di Rita Segato al femminismo mondiale e alla lotta di tutte le donne, su scala globale, è potentissimo, soprattutto quello dato alla definizione di concetti spinosi e ancora pieni di contraddizioni e problematicità. Ma restituire il giusto senso alle parole, dar loro dignità e visibilità, soprattutto quando si parla di violenza di genere, o violenza maschile sulle donne, è una delle più grandi conquiste. Violenza è anche dover nascondere la polvere sotto il tappeto, essere costrette a tacere, a stare in silenzio. Come accade a tante donne in America Latina, e non solo.
(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratta da El Comercio Perù // Photocredits: El Comercio Perù)
STORIE DI DONNE STRAORDINARIE:
- Greta, il nuovo simbolo del mondo che ha voglia di cambiare. La sua storia di ragazza prodigio, quando ha iniziato a combattere e dove è arrivata. Nonostante le critiche (foto)
- Agitu, la ragazza delle capre: dall’Etiopia al Trentino per allevarle. Sfidando il razzismo
- Influencer a quasi 90 anni, nonna Licia ci insegna a non sprecare mai la vita. A qualsiasi età… (foto)
- 93 anni e una grinta da far invidia. La storia di nonna Irma, volata in Kenya a offrire il suo aiuto ai bambini di un orfanotrofio (foto)
- Vidas, l’associazione fondata da una grande donna che dà assistenza gratuita ai malati terminali (foto)
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.