Ferro: a cosa serve e cosa succede quando è troppo basso o troppo alto

Fondamentale per il trasporto dell’ossigeno nei polmoni e nei muscoli. La scarsità può portare all’anemia. Se diventa troppo, si rischia il diabete

Ferro

Il ferro ha una funzione fondamentale per il nostro organismo. È una componente essenziale dell’emoglobina, che a sua volta serve a trasportare l’ossigeno dai polmoni a tutto il corpo, e della mioglobina, che a sua volta porta ossigeno ai muscoli.

A cosa serve

Il ferro è essenziale per numerosi processi biologici all’interno delle cellule degli organismi superiori. Serve principalmente a produrre enzimi cruciali come le nitrogenasi, che si occupa della fissazione biologica dell’azoto, e le catalasi. Inoltre, è un componente chiave dell’emoglobina e della mioglobina, proteine responsabili del trasporto e del rifornimento di ossigeno nei polmoni, la prima, e nei muscoli, la seconda. Questo minerale svolge un ruolo vitale nella produzione di alcuni ormoni e nel tessuto connettivo, contribuendo così a sostenere varie funzioni vitali dell’organismo.

Dove si trova

In generale, le principali fonti di ferro sono nel cibo: carne e pesce. Tuttavia, anche gli alimenti vegetali hanno a disposizione opzioni ricche di questo minerale. Vediamo insieme quali sono i cibi sono i più ricchi di questo minerale, ideali per soddisfare le nostre necessità quotidiane (10 milligrammi per gli uomini e 18 milligrammi per le donne):

  • Milza di bovino
  • Fegato suino
  • Fegato ovino
  • Pesce corvina
  • Cacao amaro
  • Cozze
  • Legumi (lenticchie, piselli e fagioli)
  • Cereali
  • Frutta secca
  • Verdure a foglia verde scura (broccoli e spinaci)

È importante notare che il ferro derivante dai prodotti vegetali viene assorbito più lentamente e con maggiore difficoltà dal nostro corpo. Tuttavia, questo inconveniente può essere superato facilmente combinando i cibi vegetali con alimenti ricchi di vitamina C, come i limoni, poiché la vitamina C facilita l’assorbimento del ferro. In questo modo, è possibile mantenere un adeguato apporto senza dover ricorrere a costosi integratori.

Il fabbisogno di ferro

Il fabbisogno di ferro varia in base all’età, al sesso e alle condizioni individuali. Tuttavia, in generale, la dose giornaliera raccomandata per un adulto è di circa 14 mg, secondo il valore di riferimento europeo. Le donne tendono ad avere un fabbisogno leggermente superiore rispetto agli uomini, soprattutto durante la gravidanza e l’allattamento. È importante consultare un medico per determinare il fabbisogno specifico di ferro in base alle condizioni di salute personali. Per valutare se i livelli di ferro nel corpo sono normali, è necessario sottoporsi a un esame del sangue noto come sideremia. Questo test misura il ferro legato alla transferrina, la proteina che lo trasporta ne flusso sanguigno. I range di valori fisiologici variano in base al sesso:

  • Negli uomini, i livelli di sideremia dovrebbero situarsi tra 53 e 167 mcg/dl;
  • Nelle donne, invece, i valori normali si collocano tra 49 e 151 mcg/dl.

È utile anche misurare la ferritinemia, chiamata anche dosaggio della ferritina sierica, specialmente quando si desidera distinguere una carenza di ferro da un’anemia causata da una malattia cronica. Per quanto riguarda la ferritinemia:

  • Per gli uomini, i livelli fisiologici vanno da 20 a 120 mcg/L;
  • Per le donne, invece, i valori normali si estendono da 20 a 200 mcg/L.

Valori inferiori a 20 mcg/L di ferritina sierica indicano una carenza di ferro, mentre valori molto elevati possono essere un segnale di un accumulo eccessivo di ferro nell’organismo, noto come iperferritinemia. Le donne, soprattutto durante l’età fertile, sono più suscettibili alla carenza di ferro rispetto agli uomini, principalmente a causa di un ciclo mestruale abbondante (ipermenorrea) e dell’aumentato fabbisogno durante la gravidanza. Tuttavia, è importante notare che gli uomini possono sviluppare una carenza di ferro chiamata sideropenia, spesso associata all’adolescenza. Circa il 25% della popolazione mondiale soffre di anemia, con una prevalenza particolarmente alta tra i bambini e le donne in gravidanza. Nei paesi industrializzati, l’incidenza dell’anemia da carenza di ferro è del 3% tra gli uomini adulti e del 20% tra le donne, ma può addirittura raggiungere il 50% tra le donne in gravidanza. Durante i nove mesi di gestazione, le donne affrontano un notevole aumento delle loro necessità giornaliere di ferro.

Carenza di ferro

Quando il ferro è poco ci sono due possibilità: una carenza sintomatica oppure asintomatica. Nel secondo caso, ovvero in assenza di sintomi, registriamo solo una debolezza muscolare. Nel primo caso, invece, i sintomi sono più ampi:

  • Mal di testa e capogiri
  • Affaticamento
  • Colorito pallido
  • Fiato corto
  • Fragilità di unghie e capelli
  • Sensazione di freddo alle mani e ai piedi
  • Irritabilità
  • Tachicardia;
  • Picacismo (disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal mangiare cose non commestibili).

Eccesso di ferro

La ferritina è la proteina incaricata di conservare una quantità adeguata di ferro, creando un deposito di questo minerale nel nostro corpo. La misurazione dei suoi livelli è un indicatore cruciale per determinare la nostra riserva di ferro disponibile. I valori considerati normali variano tra uomini e donne:

  • Per le donne fino a 250 nanogrammi per millilitro;
  • Per gli uomini fino a 340 ng/m.

L’eccesso di ferro è comune tra le persone che versano in condizioni che influenzano la produzione di globuli rossi, come le malattie ereditarie dell’emoglobina (l’anemia falciforme, la talassemia e le anemie sideroblastiche), malattie che causano una distruzione anomala dei globuli rossi (la sferocitosi ereditaria o il deficit di piruvato chinasi), o malattie legate a una carenza di globuli rossi, come la mielodisplasia. In queste situazioni, il corpo può aumentare l’assorbimento di ferro, ma spesso non riesce a utilizzarlo completamente a causa delle difficoltà nella produzione di nuovi globuli rossi, il che può portare a un accumulo eccessivo di ferro. Per di più, un surplus di ferro può accumularsi quando si assume una quantità eccessiva di questo minerale attraverso terapie con dosi elevate o prolungate di integratori o attraverso frequenti trasfusioni di sangue. Quando il ferro si accumula in modo eccessivo nelle cellule, finisce per danneggiarle. Ecco perché l’eccesso di ferro può portare a:

  • Problemi all’apparato circolatorio
  • Danni alle articolazioni e alle ghiandole sessuali
  • Diabete
  • Osteoporosi
  • Cirrosi epatica
  • Scolorimento della pelle
  • Danno alle ghiandole surrenali
  • Danno al pancreas, con aumentato rischio di diabete 2
  • Disturbi cardiovascolari, come irregolarità del battito cardiaco e insufficienza cardiaca
  • Amenorrea
  • Impotenza
  • Sterilità nell’uomo e nella donna.

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