Ferruccio: il custode dei boschi in Trentino che vive raccogliendo erbe e antichi fossili

Un'esperienza unica, a contatto diretto con la natura. e senza rimpiangere tv e computer. La storia di un uomo che ha deciso di vivere diversamente

PRENDERSI CURA DEL BOSCO
Un cultore del bosco. Un custode di saperi antichi, di conoscenze e di cose autentiche della vita, che altrimenti vanno sprecate. Un uomo che non va a caccia di marketing televisivo o su Internet, ma difende tutti i giorni, la sua lunga avventura. Questa è la carta d’identità di Ferruccio Valentini, per tutti Fèro, il guardiano dei boschi di Tuenno, piccolo borgo trentino della Val di Non.

FERRUCCIO VALENTINI

La sua vera, unica, casa è il bosco. Qui non si stanca mai, qui ha la sensazione di non sprecare il suo tempo, neanche un minuto, e qui continua a scoprire, come se fosse un bambino, le sorprese della natura. A partire dalle proprietà e dalle caratteristiche delle erbe selvatiche, anche per curarsi senza ricorrere ai medicinali.

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Ferruccio Valentini2

VIVERE NEL BOSCO

In paese, quando ci torna, tutti lo chiamano Fèro ma all’anagrafe è stato battezzato con il Ferruccio Valentini. Nato il 13 aprile del 1948 a Tuenno, in Val di Non, uno dei Comuni più antichi della valle, è figlio di un commerciante di bestiame, e di una grande lavoratrice di campagna, esperta in preparazione di conserve, sciroppi, ma anche nel trattamento e nella conservazione delle erbe.

FERRUCCIO VALENTINI

Tutte abilità che Ferò ha ereditato nel sangue e che tutti i giorni mette in pratica. Cresciuto nella natura incontaminata Ferruccio è fermamente convinto che il benessere dell’uomo provenga proprio dal contatto con la madre terra e con i boschi di cui questa splendida valle è rigogliosa. Così ci passa più tempo possibile, dedicandosi alla raccolta delle erbe selvatiche, di cui sa proprietà medicamentose e metodi originali di conservazione, e a quella di antichissimi fossili. Attività che gli permettono di tornare tra gli uomini solo saltuariamente, approfittando della casa che ha costruito nel centro del paese, interamente con materiali di recupero.

 

PRENDERSI CURA DEL BOSCO

Quando si trova tra i suoi alberi Fèro va a caccia di erbe e piante spontanee come crescione, radicchio dell’orso, larice, silene e cumino dei prati ma anche di funghi e ortaggi. Alimenti che non solo gli servono per nutrirsi e per alimentare un commercio di pregio (attraverso un’azienda locale le sue erbe sono arrivate fino a New York) ma anche per curarsi. Un’abilità farmaceutica che ha “rubato” alla madre e alla cultura popolare di queste valli. Non contento Fèro nelle sue perlustrazioni si dedica anche alla raccolta delle testimonianze del passato, anche di centinaia di milioni di anni fa. Una caccia che negli ultimi decenni è stata molto proficua e che gli ha consentito di mettere insieme oltre 1.200 reperti, tra fossili e piante mai viste prima che oggi portano il suo nome, come la “Taeniopteris Valentini”.

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Le foto sono tratte dalla pagina Facebook Ferruccio “Fèro” Valentini

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