FONDAZIONI POLITICHE IN ITALIA –
Di fronte alla giungla, molto oscura, il sospetto viene naturale: le fondazioni politiche hanno sostituito, come casse per la raccolta dei finanziamenti, i partiti. Sono meno osservate, dietro le loro etichette pseudo-culturali, non hanno un problema di scarsa popolarità come i partiti, sfuggono a controlli sugli organi direttivi, e cioè su chi gestisce i fondi, e sull’identità dei generosi finanziamenti. Ecco perché Raffaele Cantone, nel suo libro sulla corruzione (Il male italiano), scritto con il giornalista Gianluca di Feo, chiede di accendere un faro su questi organismi. Puntualmente chiamati in causa quando scoppia uno scandalo e c’è un’inchiesta sulla magistratura per qualche appalto irregolare. È accaduto recentemente con la Fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema, con bottiglie del vino di famiglia e copie di un libro del leader pd acquistate dalle solite cooperative rosse attraverso i contributi alla Fondazione. E il film si era già visto a proposito della Fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno, travolta dalle indagini sul filone Mafia Capitale, o della Fondazione VeDrò di Enrico Letta. Sulla carta è sempre tutto regolare, salvo poi scoprire che queste fondazioni più che a svolgere un’attività culturale servono a tenere in piedi una leadership politica, con il relativo stuolo di collaboratori e consulenti. Sono delle vere e proprie correnti, ricreate come esistevano nella Prima Repubblica, con la differenza che allora i partiti esistevano e contavano, oggi sono di fatto scomparsi. Il meccanismo è stato chiaro fin dal primo momento anche a Matteo Renzi che, non a caso, ha costruito la sua scalata prima al Pd e poi al governo, attorno alla leva organizzativa e finanziaria della Fondazione Open. È qui che si trovano i più importanti finanziatori del premier e anche il suo cerchio magico.
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FINANZIAMENTO FONDAZIONI POLITICHE –
A parte l’opacità delle organizzazioni, e il mistero che copre alcuni casi eclatanti (la Fondazione di Alleanza nazionale è piena di soldi e di immobili, ma il partito non esiste più e gli eredi non sanno come dividersi le spoglie), c’è la conversione ad personam di uno strumento importante per il buon funzionamento della politica e quindi delle istituzioni. In tutto il mondo occidentale le fondazioni fanno parte del perimetro della politica: è impossibile capire la storia dei popolari tedeschi e della stessa Angela Merkel senza approfondire la forza, il peso, l’autorevolezza della Fondazione Adenauer. Ma questi organismi all’estero fanno due cose essenziali: scrivono, elaborano e discutono i programmi politici, che poi in caso di vittoria diventano i programmi dei governi, e selezionano classe dirigente. Una funzione strategica che viene riconosciuta anche dai finanziamenti pubblici concessi alle fondazioni. Nulla del genere avviene in Italia, dove tutto lascia pensare che ormai queste scatole magiche chiamate fondazioni altro non siano che fortini correntizi. Con molti soldi e poca trasparenza.
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