Forno di comunità: a Andria si vende il pane prodotto con i terreni sequestrati alla mafia

Non solo, crea posti di lavoro e riscatta i sapori della cucina del sud Italia. La Cooperativa Sant'Agostino fa usare il proprio forno a chiunque voglia cuocere in compagnia.

FORNO DI COMUNITÁ DI ANDRIA

FORNO DI COMUNITÁ ANDRIA

La riscoperta di sapori della tradizione gastronomica, di stili di vita più umani. Il recupero anche di terreni sottratti alla mafia. No, non stiamo raccontando una favola: tutto questo lo vediamo accadere per davvero ogni giorno ad Andria, grazie alla Cooperativa Sant’Agostino.

FORNO DI COMUNITÁ AD ANDRIA

Tutto nasce nel 2013, quando il Parroco di Andria Don Vito Gaudioso vede la sua città in difficoltà: manca il lavoro ed è vuota. Per non parlare poi delle terre confiscate alla mafia, ma lasciate in abbandono. Qui la decisione di rimboccarsi le maniche e bussare alle porte degli enti pubblici e della Caritas.

Nasce così la cooperativa Sant’Agostino. Precisamente nei 42 ettari dei terreni confiscati in contrada Bosco di spirito, dove è in corso la mietitura nei campi seminati a grano Senatore Cappelli. Questo viene poi macinato per ottenere la farina destinata al forno di comunità per fare il pane.

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COOPERATIVA SANT’AGOSTINO ANDRIA

Non è una panetteria qualunque: il grande forno a legna nel centro storico della città è aperto a tutti. Chi lo desidera, può portare lì a cuocere i prodotti che prepara in casa. Pane, focacce, pasta al forno, pizza. Così gli abitanti di Andria si garantiscono una cottura perfetta, ma non solo: incontrarsi con gli amici, fare quattro chiacchiere, scambiarsi le ricette.

“É proprio questo il senso del forno”, ci spiega Don Vito, “e possiamo ritrovarlo anche nella preghiera del Signore ‘Dacci oggi il nostro pane quotidiano’. Il pane appunto, l’elemento essenziale della vita del cibo. Ma anche del lavoro dell’uomo all’intrecciarsi con la grazia di Dio. Questo forno cerca di richiamare il simbolo stesso del pane: l’importanza della fraternità e della condivisione”.

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Ma non è ancora tutto. Nelle stesse terre ci sono un boschetto adibito a pascolo dove scorazzano le pecore degli allevatori dei dintorni. Un piccolo uliveto. Un mandorleto e l’orto. Da qui arrivano le materie prime con cui la coop produce olio extravergine di oliva, patè di olive e la “bomba murgiana”: una crema spalmabile per condire la pasta o i crostini di pane.cooperativa FORNO DI COMUNITÁ ANDRIA

“La cooperativa ha anche dato la possibilità ad alcuni nostri fratelli che per tanti motivi all’interno del loro percorso di vita hanno trovato difficoltà ad inserirti quindi a realizzare un progetto di vita” ci spiega ancora Don Vito.

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É il caso di Seidu-Ishmans, che arrivò a Lampedusa dal Ghana su un barcone dopo avere pagato il pizzo agli scafisti. Faceva l’elemosina davanti ad un supermercato, finchè Don Vito l’ha portato con lui a lavorare in cooperativa. Ora è un uomo felice, un operaio con tanto di contratto. Luciana, invece, faceva la segretaria in uno studio medico. All’improvviso ha perso il lavoro e ha deciso di imparare a fare il pane. E ci ha preso gusto, tanto che certe volte le viene di pensare che rimanere disoccupati non è sempre questa gran disgrazia.

(Tutte le immagini sono state prese dalla pagina Facebook della Cooperativa Sociale S.Agostino)

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