Fotovoltaico sempre più straniero. Anche quando si tratta di impianti che vedono come committente una delle più importanti istituzioni del Paese, come il Senato. La scelta verde dei nostri senatori si è infatti trasformata in un boomerang per la nostra economia.
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FOTOVOLTAICO SEMPRE PIÙ STRANIERO
Il Senato ha appena inaugurato in pompa magna un nuovo impianto fotovoltaico per illuminare il suo Archivio storico sistemato nel centro logistico del Trullo: un impianto con una potenza di 200 kilowatt che comporterà significativi risparmi nel budget del Senato. Ma il punto è un altro. Chi ha vinto i lavori dopo una gara d’appalto internazionale? La Solen, un’azienda che ha come primo azionista i tedeschi della Solon Energy a sua volta controllata dagli indiani della Microsol, con sede in Arabia Saudita.
Dunque, l’energia elettrica che illuminerà il centro logistico del Trullo non sarà made in Italy. E nel frattempo l’Ifi, l’associazione che raccoglie le imprese italiane nel settore del fotovoltaico, sottolinea come cinesi e indiani vanno avanti con partiche anticoncorrenziali. E le nostre aziende chiudono o finiscono in concordato preventivo.
Risultato: il Senato si illumina di verde, ma il fotovoltaico made in Italy diventa nero.
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