Quanto vi piacciono i gamberetti? Li mangiate spesso? Quelli che si trovano nei fiumi italiani sono tra i più buoni al mondo. Ma rischiano di scomparire, per effetto dell’inquinamento e della moltiplicazione di altre specie, non autoctone. L’allarme sui pericoli per i gamberetti è talmente condiviso dalla comunità scientifica che è nato un progetto, Life claw, per provare a salvarli, con il sostegno dell’Unione europea e con il coordinamento operativo del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Fanno parte della squadra, a livello di collaborazione scientifica, anche i tecnici dell’Aquario di Genova e l’università di Pavia.
Come salvare i gamberetti
Oltre l’inquinamento a mettere in pericolo la vita dei gamberetti made in Italy ci pensano le specie non autoctone, come quelli rossi della Lousiana, portatori asintomatici di una devastante malattia conosciuta come “la peste dei gamberetti”. Per provare a fronteggiare la situazione sono stati liberati nei fiumi circa 1.500 gamberetti nati nei Centri di ricerca italiana, e quindi sani. Con la speranza che riescano a riprodursi salvando così la specie dei gamberetti italiani.
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