Nascono per stupire, grazie alla meraviglia del posto e delle piante che ospitano, ma poi, una volta che li visiti, ti accompagnano lungo un percorso che dall’universo botanico si allunga a grandi passi verso la dimensione spirituale. Sono i Giardini folly (la parola inglese che in italiano si traduce con “capriccio”), nati in Inghilterra e adesso diffusi anche in Europa e in Italia.
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Come sono fatti i Giardini folly
I “capricci” in questa tipologia di giardini possono includere elementi come templi, torri, rovine artificiali, grotte o altre strutture che evocano un senso di mistero o romanticismo. Ma anche sculture, installazioni e riproduzioni di antichi edifici. Sono giardini progettati non per essere funzionali e fonte soltanto di un piacere estetico, ma anche come parti di un paesaggio unico per la sua originalità, ed emozionante quando lo si attraversa.
Vediamo quali sono i Giardini folly più belli in Italia e come si visitano.
Sacro Bosco di Bomarzo a Viterbo
Popolato da diverse sculture, con immagini inquietanti (il drago, l’orco, il cerbero, etc..), il Sacro Bosco di Bomarzo (www.sacrobosco.eu), in provincia di Viterbo, è anche conosciuto come il “Parco dei Mostri”, proprio per queste caratteristiche.
Fu creato a metà del Cinquecento da Pier Francesco, detto Vicino Orsini, il dominus di Bomarzo, per dare sfogo al suo dolore in seguito alla scomparsa della moglie Giulia Farnese. Ma alla morte del principe Orsini, il Sacro Bosco di Bomarzo venne completamente abbandonato. Fino a essere riscoperto nel Novecento da alcuni artisti, innanzitutto da salvatore Dalì che lo rese famoso in Italia e nel mondo. Il percorso, tutto disseminato di sculture, è un vero viaggio nell’esoterismo.
Il Sacro Bosco di Bomarzo si raggiunge facilmente in auto percorrendo l’autostrada del Sole A1 e utilizzando le uscite di Orte, se si arriva da sud e di Attigliano sia provenendo da nord sia da sud. Poi basta seguire le chiare indicazioni locali.
La Scarzuola di Montegabbione
Le origini di questo luogo magico risalgono al 1218, quando Francesco d’Assisi fondò il Convento francescano della Scarzuola, piantandovi un cespuglio di lauro e uno di rose. Il nome “scarzuola” deriva dalla pianta chiamata “Scarza”, con cui San Francesco costruì la propria capanna. Nel 1956 Tommaso Buzzi acquistò e restaurò il Convento, costruendo accanto ad esso la sua Città Ideale, un luogo teatrale tutto da esplorare.
La Scarzuola (www.lascarzuola.it) si raggiunge percorrendo la strada ufficiale in direzione Fabro Scalo, Montegabbione, Montegiove. Dopo circa 1 Km, al bivio, bisogna seguire le indicazioni percorrendo circa altri 2 Km.
Il Giardino Borlotti
Fu Tommaso Bortolotti a concepire il Giardino Bortolotti (www.ecoargentario.it) detto dei Ciucioi: un luogo di autentica meraviglia immerso nel contesto alpino. Un paesaggio verticale studiato nei minimi particolari fin dalle sue origini, che risalgono agli anni Trenta dell’Ottocento, quando ebbero inizio i lavori. Anch’esso ricorda una Città Ideale ricca di simboli e misteri.
Il Giardino Borlotti si trova a Lavis, provincia di Trento, ed è facilmente raggiungibile sia in aereo che in auto.
Il Parco Scherrer a Morcote
Sebbene siamo in Canton Ticino, in Svizzera, questo Giardino folly (www.visitmorcote.ch) si può considerare a tutti gli effetti italiano, anche perché è situato nel comune di Morcote, che fa parte della Svizzera italiana. Soprannominato “Il Giardino delle Meraviglie”, venne realizzato da Arturo Scherrer (1881 – 1956), viaggiatore e commerciante di tessili. Il parco, oltre al valore paesaggistico, vanta una collezione di oggetti d’arte provenienti da diversi luoghi del mondo e diverse epoche.
Il Parco Scherrer si trova nel comune di Morcote in Riva da Sant Antoni 10.
Giardino dei Tarocchi a Capalbio
Creato dall’artista Niki de Saint Phalle, il giardino è una sorta di parco artistico che ospita enormi sculture in ceramica, vetrate colorate e simboli esoterici, ispirato alle carte dei tarocchi. Un vero esempio di giardino folly, dove l’arte si fonde con la natura. Entrare in questo giardino significa immergersi in un mondo magico, guidati dalle spettacolari sculture realizzate in oltre 20 anni di lavoro da Saint Phalle.
Il Giardino dei Tarocchi (www.ilgiardinodeitarocchi.it) si trova a Capalbio, in Toscana, ed è facilmente raggiungibile con diversi mezzi.
Giardino di Ninfa a Cisterna di Latina
Sebbene non sia un esempio classico di giardino folly, Ninfa è un luogo romantico che mescola rovine medievali e vegetazione lussureggiante, creando un’atmosfera di mistero e di sogno, tipica dei giardini folli. Dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000, il suo nome deriva da un tempio di epoca romana costruito in loco. Nel corso del tempo il giardino subì diverse evoluzioni: l’ultima erede e giardiniera fu Lelia, figlia di Roffredo Caetani, che contribuì a popolarlo di numerose piante, istituendo nel 1972 la Fondazione Roffredo Caetani.
Il Giardino di Ninfa (www.giardinodininfa.eu) si può raggiungere solo con mezzi propri.
Giardino di Villa reale a Monza
Nel parco (reggiadimonza.it), si trovano delle costruzioni che potrebbero essere considerate “follies”, come piccole rovine o edifici decorativi progettati per abbellire il paesaggio senza una funzione pratica. Sono tra i primi esempi di giardini all’inglese comparsi in Italia, risalgono infatti a fine ‘700. Si estendono in un’area di ben 40 ettari intorno alla Villa reale.
Il Giardino di Villa reale può essere raggiunto sia in treno che in pullman o con mezzo proprio. Si accede dall’ingresso principale della Reggia, ovvero quello di Villa Reale in Viale Brianza 1. Tuttavia al Parco si può accedere anche tramite gli ingressi situati in via Enzo Ferrari a Vedano al Lambro e in via Farina a Villasanta.
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