Macchine, trenini, trattori. Questo è l’armamentario che ogni cesto dei giocattoli che si rispetti dovrebbe contenere, gli evergreen dei giochi che conquistano bambini, e bambine, di tutte le età e a tutte le latitudini. O quasi.
Perché spesso anche i giocattoli così “semplici” e senza tempo sono un lusso che non ci si può permettere, limitandosi a sognarli. Oppure, con la forza d’animo e l’inventiva dei ragazzi,e un po’ di manualità, si inizia a costruirli. A partire dai rifiuti elettronici.
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GIOCATTOLI CON I RIFIUTI ELETTRICI
Come fa Chi Blaise Awa, diciassettenne camerunense il quale ha deciso di costruirsi da solo tutti i giochi a cui ha dovuto rinunciare. Di famiglia molto povera, infatti, Chi ha dovuto abbandonare la sua città d’origine a causa del conflitto voluto dalle regioni anglofone del nord-ovest e del sud-ovest dove si combatte per una “secessione” dal Camerun francofono. Proprio a Bamenda, capitale del Camerun nord-ovest dalla quale provengono Chi Blaise e la sua famiglia, le scuole sono state chiuse dai cosiddetti “ribelli”che non amano l’ingerenza governativa sulle giovani generazioni, andando a colpire la frequenza scolastica dei bambini e delle bambine. Con il risultato che da tre anni le porte degli edifici scolastici sono sbarrate, e chi può deve trasferirsi in altre zone del paese per poter continuare a studiare. Altri, semplicemente, abbandonano qualsiasi prospettiva di istruzione e di un futuro migliore.
Seicentomila, secondo i dati diffusi dall’Unicef.
GIOCATTOLI ELETTRONICI DAI RIFIUTI
Tra loro, anche Chi Blaise Awa. Il quale, però, decide di non arrendersi, e si trasferisce, nel Marzo 2019, a Douala, cittadina costiera molto meno travagliata. Lì la vita per Blaise ricomincia, e si mette in moto proprio grazie a due ruote azionate da un telecomando. Nel senso più letterale del termine, perché Chi Blaise ha un grande talento, e una grande passione: quella di costruire macchine giocattolo, trenini, carri armati e camion, tutti elettrici e telecomandati, con i rifiuti. Compensato, plastica, cartone e pezzi di radio vecchie o malconce.
Non potendo permettersi materie prime nuove o semilavorate per le sue creazioni, il diciassettenne camerunense si avvicina alle discariche per raccogliere tutti i componenti dei giocattoli che crea. E, in effetti, non si fa fatica a pensare all’abbondanza di rifiuti elettronici che sono in Camerun, uno tra i paesi africani ad avere canali aperti con l’Europa, molto voluminoso, per lo smercio illegale di rifiuti elettronici quando non veri e propri elettrodomestici ancora funzionanti.
GIOCHI TELECOMANDATI CON RIFIUTI ELETTRONICI
I pezzi che Blaise prende in discarica diventano motori, ingranaggi, circuiti, permettendo ai giocattoli di muoversi con un semplice telecomando. Le foto dei suoi lavori, di cui è orgogliosissimo,sono state postate in rete, e da questo è partita una gara di solidarietà tra blogger per avviare una raccolta fondi destinata alla sua istruzione. Grazie a questo fondo Chi Blaise, infatti, oggi va a scuola, frequenta un istituto privato, e non ha mai smesso di costruire i suoi giocattoli handmade, da quando aveva 8 anni sino ad ora. Per ogni modellino impiega dalle due settimane ai due mesi, e non ha intenzione di fermarsi. Partendo dai giochi per bambini per arrivare ai droni, perfettamente funzionanti e in grado di volare di qualche cm.
(Le immagini in evidenza e a corredo del testo sono screenshot di un video GeDi Visual tratto dal sito Repubblica.it. Photo credits: GeDi Visual)
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