GLEANING NETWORK –
Molta frutta e verdura non arriva nei punti vendita, a partire dai supermercati, per ragioni cosmetiche. Sono prodotti considerati non “belli”, e quindi non inducono il consumatore sprovveduto all’acquisto: a quel punto finiscono nell’immondizia, uno spreco puro in quanto non esiste alcuna relazione tra l’estetica di un frutto o di un ortaggio e la sua qualità. Una mela ammaccata, una carota storta, una patata bitorzoluta: non sono “belle”, ma ottime da mangiare. Buttarle significa solo sprecarle.
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ASSOCIAZIONI PER IL RECUPERO DEL CIBO –
Per salvare già nei campi la frutta e la verdura che non arrivano nei negozi o nei ristoranti per motivi estetici, in Inghilterra è attivissima la rete di volontari Gleaning Network. Raccolgono i prodotti alla fonte, cioè presso le aziende agricole e dunque nei campi, e invece di trasferirli al macero per lo smaltimento, li distribuiscono alle associazioni che si occupano di assistenza ai poveri.
IL PROGETTO DEL SINDAC DI LONDRA CONTRO GLI SPRECHI –
Il risultato è che in poco più di un anno di attività il network britannico, grazie al lavoro quotidiano di 500 volontari, è riuscito a recuperare 130 tonnellate di ortaggi ed a distribuire 1 milione di porzioni di frutta e verdura. D’altra parte la lotta agli sprechi di cibo nel Regno Unito è molto vitale e vede una buona collaborazione tra le amministrazioni pubbliche e le imprese private. Il sindaco di Londra, per esempio, di fronte allo scandalo di un pasto su sei di ristoranti e alberghi che finisce nella spazzatura, ha avviato un programma per offrire consulenze gratuite a tutte le aziende del settore della ristorazione e risparmiare almeno 2mila sterline (2.700 euro) l’anno. I suggerimenti più importanti: tagliare il pane al momento in cui viene servito, comprare carne pretagliata e non solo a pezzi interi, utilizzare gli avanzi per farne piatti da menù, studiare il flusso della clientela con il relativi orari per preparare cibo e porzioni di conseguenza. E senza sprechi.
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