Governo Hollande, tagli pesanti agli sprechi

Un decreto che ridurrà del 30 per cento gli stipendi del capo dello Stato, del primo ministro e dei membri del governo. Sarà questa una delle prime misure simboliche del quinquennio Hollande. Nell’articolo di Repubblica a firma di Marcello Martinotti si parla anche del secondo decreto, con il quale sarà stabilito un tetto alle remunerazioni […]

francois hollande

Un decreto che ridurrà del 30 per cento gli stipendi del capo dello Stato, del primo ministro e dei membri del governo. Sarà questa una delle prime misure simboliche del quinquennio Hollande. Nell’articolo di Repubblica a firma di Marcello Martinotti si parla anche del secondo decreto, con il quale sarà stabilito un tetto alle remunerazioni dei dirigenti del settore pubblico. E per qualcuno il taglio sarà salato.

Riprendendo una proposta del suo partito, François Hollande ha infatti deciso di fissare una regola: la forbice salariale dovrà essere compresa fra 1 e 20. Per essere più chiari: un presidente e amministratore delegato di un’azienda pubblica non potrà guadagnare più di venti volte del suo dipendente meno pagato. Considerati livelli salariali nelle partecipazioni statali, più alti che nel privato, gli stipendi massimi dovrebbero aggirarsi sui 400-420 mila euro, comprensivi di tutto: tredicesima, indennità, benefit vari. Tra gli attuali manager, ci sarebbe un grande perdente: Henri Proglio, numero uno della Edf, il cui stipendio è di 1,6 milioni, cioè 65 volte superiore al salario più basso dell’impresa. La sua remunerazione dovrebbe diminuire del 69 per cento: conoscendo il suo carattere e la sua amicizia con Nicoolas Sarkozy, c’è da immaginare che non resterà a lungo al suo posto, scrive ancora Martinotti.

Il presidente delle Ferrovie, invece, avrà margini per farsi dare un aumento, visto che la sua remunerazione è solo dieci volte superiore al livello salariale più basso. Hollande, tuttavia, non ha precisato i dettagli del provvedimento e restano alcune incertezze. La misura si applicherà a tutte le società controllate al 100% (Posta, Ferrovie, tv pubblica, ente di gestione del metrò parigino) e anche a quelle in cui possiede più della metà del capitale. Non potrà invece imporre la sua volontà nelle società in cui detiene una quota importante ma minoritaria. In questi casi, farà una raccomandazione ai consigli di amministrazione, cui spetterà la decisione. Laddove la partecipazione minoritaria è molto alta (Gdf Suez, France Télécom), la regola potrebbe essere introdotta, mentre in altre società, come Renault o Air France, sembra difficile che i consigli accettino la proposta. Infine, ci sarà anche da precisare le persone cui si applicherà il provvedimento. Finora, infatti, si è parlato genericamente dei Pdg (presidenti-amministratori delegati), ma in un’azienda come Edf, per esempio, alcuni membri della direzione hanno uno stipendio superiore a quello di Proglio. La logica vuole che la nuova regola venga applicata a tutte le remunerazioni, ma il rischio di una fuga di cervelli verso il privato potrebbe indurre il nuovo governo a riflettere sulla questione.

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