La Grande Muraglia Verde è un simbolo di speranza e di coraggio davanti a una delle più grandi sfide del nostro tempo: la desertificazione. Lanciata nel 2007 dall’Unione africana, questa azione concreta guidata dall’Africa mira a riforestare i paesaggi deserti e degradati di quei territori e ridare speranza a milioni di vite in una delle regioni più povere del mondo, il Sahel.
GRANDE MURAGLIA VERDE
Una volta completato, il Muro Verde sarà una meraviglia naturale di 8.000 km che si estende su tutta la larghezza del continente africano. L’obiettivo degli esordi era quello di creare un corridoio vegetale vivente dal Gibuti al Senegal, sia per creare un “muro” di verde, sia per superare la mancanza di connessione tra l’Africa orientale e occidentale. Oggi, nella fase pandemica, il progetto è evoluto sia nella sua ambizione che nella sua portata, in tandem con i drammatici cambiamenti politici ed economici a cui il continente ha assistito e sta attraversando, soprattutto a causa del Covid-19. La fame, in quelle zone, morde: nel 2020 l’Africa subsahariana ha sofferto la mancanza di cibo., Secondo il Global Hunger Index, lì, una persona su 5 non ha accesso al cibo, e la desertificazione è proprio una delle cause principali, impedendo ai residenti di poter coltivare terreni e allevare animali. la partita, dunque, si gioca tutta su un futuro green, per l’africa, di cui il muro verde è parte integrante.
Completo solo al 4%, il progetto, allo stato attuale, cerca di sostenere le aree rurali in molti modi diversi, rimodellando i suoi obiettivi del 2012: non solo un corridoio ve3rde, ma anche sforzi concreti e integrati Per rallentare o mitigare gli effetti del cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la desertificazione e il degrado del suolo. Creando 10 milioni di posti di lavoro “green, facendo in modo che i centri rurali siano pilastri della crescita proprio come i centri urbani, ripristinando 100 milioni di ettari di terreno desertificato.
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FERMARE DESERTIFICAZIONE IN AFRICA
Tra gli altri interventi, la Muraglia verde prevede l’interramento di alberi di acacia, molto resistenti, e coltivazioni in serra per l’intera estensione del muro: gli sforzi di attuazione sono attualmente concentrati in più di 20 paesi in tutta l’Africa, tra cui Nigeria, Mauritania, Eritrea, Etiopia, per un totale di più di otto miliardi di dollari impegnati per la sua realizzazione, riunendo paesi africani e partner internazionali come la Banca Mondiale e le Nazioni Unite, sotto la guida della Commissione dell’Unione Africana e dell’Agenzia panafricana della Grande Muraglia Verde. Il “cantiere” è attivo in una moltitudine di progetti più piccoli e circoscritti, affidati alle comunità locali che conoscono bene il territorio, lungo tutta la fascia del confine del Sahel.
Intanto, si notano i primi risultati: 5 milioni di ettari di terra in media per stato: in cima alla classifica c’è il Senegal, con 12 milioni di alberi piantati, mentre il Niger è riuscito ad ottenere un surplus di produzione agricola pari a 500mila tonnellate di grano all’anno.
(Immagine in evidenza tratta dal portale delle Nazioni Unite // Photocredits: United Nations)
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