Fino a che punto le piante possono modificare non solo l’estetica dei luoghi e degli ambienti, ma anche il livello di inquinamento? E come possono essere trasformate da elementi solo decorativi in veri e propri filtri naturali e vegetali? Attorno a queste domande si sta spingendo una nuova ricerca e nuovi format, come nel caso del progetto Green Breath.
GREEN BREATH
L’idea di Green Breath è di Carolina Camurati, psicoterapeuta di formazione junghiana, che punta a realizzare spazi urbani dove la presenza delle piante e del verde sia sempre più strategica e funzionale al miglioramento dell’ambiente. Da qui piccole serre per depurare l’aria, biowall, giardini sostenibili. Contesti con i quali le piante possono riuscire a eliminare fino al 95 per cento delle sostanze tossiche nell’aria. “Le nostre piazze, strade, suolo pubblico e spazi aperti, spazi pubblici al coperto, corredati di piante a purificare l’aria senza necessità di impianti e condizionatori, non solo arredati ma arricchiti in un ecosistema naturale che ammorbidisce l’impatto urbano ed umano sull’ambiente che abitiamo”.
MANIFATTURA TABACCHI FIRENZE
Green Breath è un progetto che si ispira alla Fabbrica dell’aria, l’intervento realizzato a Firenze presso l’ex Manifattura Tabacchi con la supervisione di Pnat, lo spin off dell’università di Firenze creato dallo scienziato Stefano Mancuso. Nella Fabbrica dell’aria un sistema di filtrazione botanica usa le piante per creare un dispositivo naturale di depurazione dell’aria. Banano, ficus, kentia, filodendrum: sono alcune delle piante che trattengono e degradano le molecole inquinanti. Sia quelle organiche, sia quelle inorganiche (dal biossido di carbonio alle polveri sottili).
Il progetto è candidato al Premio Non Sprecare 2022, nella sezione “Giovani”. Per candidare i vostri progetti, seguite le istruzioni fornite qui.
I PROGETTI IN CONCORSO PER IL PREMIO NON SPRECARE 2022:
- Stasera Offro io: cibo gratis con una semplice app
- Bikini dai mozziconi: le opere realizzate da Aurora Bresci, artista livornese
- Fukushima punta al solare con un’azienda italiana
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