Gli hamburger al supermercato si comprano spesso solo per abitudine e per comodità. Non hanno prezzi più convenienti rispetto a quelli che troviamo dal macellaio, e tantomeno a quelli fatti in casa, sicuramente i più economici e sani. Ma pochi sanno che gli hamburger al supermercato hanno un trucco: meno carne e più additivi. Una combinazione legata a più motivi. Un ovvio risparmio nei costi di produzione per aumentare i margini di guadagno, e anche una serie di sostanze che danno compattezza e aromi ai prodotti, consentendo di non alterarsi per l’acidità e per la luce. Tutto però a scapito della qualità. Già nel 2023 Altroconsumo fece un’indagine dalla quale veniva fuori che molti hamburger che troviamo al supermercato hanno una quantità di carne che non supera la soglia del 65 per cento; adesso arriva l’analisi del Salvagente, con molte sorprese per gli hamburger, anche di marchi molto noti, che si acquistano al supermercato. Vediamo le più clamorose.
Hamburger Fior Fiore di Coop. Presentato come un hamburger di “scottona” (una femmina sotto i 12 mesi di età, che non ha mai partorito), in realtà contengono l’88 per cento di carne di bovino adulto. Il resto è formato da acqua, farina di mais, oli vegetali, fiocchi di patata, fibre vegetali (ingredienti utili per dare consistenza all’hamburger). E ancora: sciroppo di glucosio, zucchero, sale, aromi, estratto di lievito e acido ascorbico.
Hamburger di tacchino Fior Fiore di Coop. Rispetto alla “scottona”, la carne scende all’83 per cento del totale, per dare più spazio alle fibre vegetali, all’amido di riso, al diacetato di sodio e all’acido ascorbico. E innanzitutto il sale, che nell’hamburger di tacchino è pari a 4 volte rispetto a quello di “scottona” (2 grammi contro 0,55 grammi per ogni 100 grammi di prodotto).
Hamburger di Chianina Terre d’Italia di Carrefour. La carne bovina è all’85 per cento, con l’aggiunta di amido e destrosio di mais, regolatori di acidità e antiossidanti.
Hamburger di pollo della Bosfrot. Carne all’85 per cento, con l’aggiunta di amidi di patata e di riso.
Hamburger Sammontana. Una linea, con il marchio Bonchef, con carne tra il 71 e l’89 per cento. Il resto è fiocchi di patate reidratati, fibra e amido di pisello e aromi di affumicatura.
Hamburger Teneroni Casa Modena. La carne (di suino) è solo al 41 per cento, mentre dilagano l’amido di mais e di patata.
Se confrontiamo questi dati con gli hamburger della catena McDonald’s viene fuori un’altra sorpresa: i prodotti della multinazionale americana, a partire dal Big Mac, contengono carne al 100 per 100. Certo: è di vacca, ovvero di animali che hanno più di 3-4 anni di vita, non adatta ai tagli da macelleria, poco pregiata, e dunque non di particolare qualità. Ma almeno è priva di additivi in dosi massicce.
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