I generali in Italia sono tutti d’oro. Dall’appartamento di servizio ai super stipendi

I meccanismi automatici delle promozioni. La liquidazione da un milione di euro. E quanto alle pensioni...

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Appartamenti superlusso gratis, indennità su indennità, autisti, superstipendi, pensioni d’oro, maserati “di servizio” e ancora scatti di carriera a go-go e liquidazioni milionarie: le forze armate sono un vero e proprio arsenale di sprechi e privilegi. Solo qualche giorno fa vi avevamo parlato dello spreco di denaro pubblico che coinvolge le caserme italiane. Oggi vi raccontiamo, invece, di quanto ci costano i privilegi arcaici e non, concessi ai generali.

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Si perché, nonostante i tempi di austerity e i tagli a tutti i livelli, la spending review delle forze armate si tiene ben lontana dal toccare i benefit delle alte sfere militari anche se calcolati in base a logiche risalenti ai tempi della Guerra Fredda. Si riduce il numero dei militari ma le pensioni devono rimanere dorate così come le maniglie d’oro degli sfarzosi appartamenti di rappresentanza.

Ma per capire meglio di cosa stiamo parlando vi forniamo un pò di numeri: tra Esercito, Marina e Aeronautica ci sono 425 generali per 178mila militari. Negli Stati Uniti sono 900 ma guidano un comparto che, con 1.408.000, è quasi dieci volte quello italiano. Per dire, noi abbiamo più generali di Corpo d’armata, 64, che Corpi d’armata, circa una trentina. Siamo arrivati al paradosso che i comandanti sono più dei comandati: 94mila ufficiali e sottoufficiali, 83.400mila uomini e donne della truppa. Nei prossimi due anni, il personale civile e militare sarà tagliato di ben 8.571 unità. Ma i generali no, loro non si toccano.

Ma veniamo ora agli stipendi: un generale di Corpo d’armata percepisce, in servizio, un salario annuale di 120 mila euro, circa 7 mila euro netti al mese. A questo si aggiunge il diritto all’alloggio di servizio a canone agevolato nelle zone migliori della città, al telefonino, in alcuni casi all’autista e a soggiorni low cost nelle decine di foresterie della Difesa, alcune in località turistiche di pregio come Bardonecchia o Milano Marittima. E non finisce qui perché quando il nostro generale raggiunge la pensione, per effetto di indennità varie del sistema retributivo ancora in vigore per gli anziani, si ritrova con un mensile superiore a quello in servizio.

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Se saliamo ancora più in alto troviamo invece il Sip, una speciale indennità pensionabile riservata, in Italia, solo al Capo di stato maggiore della Difesa, ai tre capi di stato maggiore di Esercito, Aeronautica e Marina, al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e al segretario generale della Difesa. In sei arrivano a percepire circa 2,8 milioni di euro all’anno. Senza contare, ovviamente, la liquidazione che sfiora il milione di euro e la pensione da 15mila euro netti al mese. Una Sip più ridotta viene misteriosamente concessa anche al vice comandante dei carabinieri.

Si scopre poi che la carriera della dirigenza militare, e solo quella, è un moto inarrestabile verso l’alto. Nelle amministrazioni pubbliche si viene promossi quando si libera un posto. Sotto le armi no. I generali vengono promossi a prescindere dall’esistenza di un posto vacante. Altro regalo che ha resistito ai tagli è la promozione automatica immediatamente prima del congedo. Il giorno antecedente alla pensione si sale di grado.

Più stelle sulle spalline, più benefit quindi. E tutto questo mentre a Kabul, ai soldati italiani, non è più concesso di andare a mangiare alla mensa americana, più abbondante e costosa.

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