I GIARDINI DI POMONA
Tantissime cultivar di fruttifere arboree e oltre 500 varietà di fichi: siamo nel cuore della Puglia, in Valle D’Itria, in provincia di Brindisi e a pochi chilometri dal Mar Adriatico. Una full immersion nella natura a 360 gradi, dove Paolo Belloni, milanese doc, studia e seleziona le varietà di frutti più antichi che esistano, le recupera, le pianta e le raccoglie. “I Giardini di Pomona”, è così che ha chiamato questa grande riserva naturale, un nome che ricorda l’associazione fondata da egli stesso ventiquattro anni prima a Milano, “Pomona”, attraverso la quale si occupava della divulgazione e del recupero della biodiversità. Fino a quando, arrivato in Puglia nel 2004, si rese conto che il sud fa da banca genetica per il nord d’Italia.
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FICHI DELLA VALLE D’ITRIA
E così è stato: da anni ormai I Giardini di Pomona sono la sua casa. Qui Paolo si prende cura degli alberi e fa crescere sempre di più la raccolta di fichi, tanto che è diventata la più grande d’Europa. Una scelta tanto insolita quanto motivata quella di coltivare questo frutto. Innanzitutto perché l’uno si differenzia dall’altro sia nella forma che nel colore, buccia, polpa o sapore. Ma la ragione primaria è che si tratta di una pianta strategica per il futuro, proprio come lo è stata nel passato, che dona frutti sani, facili da conservare e da essiccare. Inoltre non hanno bisogno di acqua per essere coltivati e, si sa, l’acqua sarà un bene prezioso tra qualche anno. Contengono poi il doppio del potassio presente nelle banane, ma anche molto calcio e vitamine. Insomma, un frutto estremamente versatile e che fa bene alla salute.
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Paolo Belloni non è sempre stato a stretto contatto con le piante. Ha infatti avuto una prima vita in cui era un fotografo di news magazine e il suo mondo girava intorno a costume, lifestyle e arredo. Un mestiere che gli andava bene allora fino a quando, dopo aver fatto alcuni libri sulla natura, si è innamorato delle piante e si è completamente dedicato a loro. Oggi, di tanto in tanto, Paolo continua a fotografare, ma il soggetto rimane l’Eden della biodiversità. Un altro modo per conservare bellezza.
(L’immagine di copertina è tratta da Rebubblica.it Bari)
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