Tra le cose buone che contiene la riforma dell’universita’ firmata dal ministro Mariastella Gelmini c’e’ da segnalare il limite per i mandati dei rettori. Otto anni. Nel tempo, infatti, molti nostri “magnifici” hanno consolidato la furbesca abitudine di forzare e modificare gli statuti delle universita’ per restare in carica, nella stessa sede, anche per un quarto di secolo, venticinque anni tondi tondi. Dietro questa prassi, che farebbe impallidire un veterano della politica come Giulio Andreotti, ci sono poi le trattative con i singoli professori (cioe’ con gli elettori) e le clamorose abbuffate dei corsi di laurea inutili o non frequentati dagli studenti. Un malcostume che produce gli sprechi e sottrae cosi’ risorse preziose al sistema universitario sempre a corto di ossigeno. Morale: con la norma Gelmini, il 60 per cento dei rettori italiani dovra’ lasciare il posto a un successore.
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