L’ictus cerebrale è determinato da una chiusura improvvisa, o anche dalla totale rottura, di un vaso cerebrale, con un conseguente danno alle cellule, causato da una vitale mancanza d’ossigeno e dei nutrienti portati dal sangue. In questo caso si parla di ischemia. Quando invece il danno alle cellule è causato da una compressione legata al sangue uscito dal vaso, si parla di emorragia cerebrale.
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Chi colpisce in Italia
Per le donne è decisamente più grave, in quanto colpisce l’emisfero sinistro, nella parte posteriore del cervello: in Italia si contano 200 mila casi di ictus all’anno. E una donna su cinque corre il rischio, nel corso della sua vita, di essere colpita da un ictus cerebrale, con pericoli crescenti dopo i 65 anni di età. Anche se nell’80 per cento dei casi le persone sopravvivono all’ictus, sono circa 50 mila quelle che perdono la loro autonomia. Nei due terzi degli episodi, l’ictus colpisce persone over 65, e appena una percentuale tra il 6 e l’8 per cento dei nuovi casi riguarda uomini e donne al di sotto dei 55 anni.
Tipi di ictus
Il danno cerebrale provocato dall’ictus può essere diverso, e per questo motivo vengono classificate due forme di ictus.
- Ictus ischemico nel caso di ostruzione di un’arteria cerebrale. L’ostruzione, a sua volta, è causata da un trombo o un embolo.
- Ictus emorragico quando uno dei vasi si rompe e ha perdita di sangue. Di fatto si tratta della rottura di un’arteria.
Sintomi
Purtroppo, non ci sono tanti campanelli d’allarme che suonano per indicarci il rischio ictus. In compenso, cinque sono decisivi. La debolezza o l’insensibilità del volto, di una gamba o di un braccio, di una metà del corpo. Questa debolezza si accompagna a un intenso formicolio. Poi c’è l’improvvisa incapacità di esprimersi o di capire chi sta parlando. L’oscuramento o la perdita di visione da un occhio. Una sensazione di sbandamento e\o di vertigine. Un forte e inspiegabile mal di testa. Una cefalea lancinante, in un soggetto che non ha di solito questo tipo di problemi, abbinata a un annebbiamento della mente è un sintomo che non va sottovalutato e richiede un intervento immediato per evitare lo sviluppo di un ictus emorragico.
I sintomi, talvolta, appaiono per pochi minuti, e poi scompaiono. In questi casi la diagnosi è di Attacchi ischemici transitori (Tia), che però sono dei segnali inequivocabili, dai quali si può arrivare a un ictus vero e proprio. Da qui la necessità di una visita urgente con lo specialista.
Altri sintomi dell’ictus che non fanno assolutamente sottovalutati sono:
- Difficoltà nel parlare correttamente
- Difficoltà nel vedere oppure visione offuscata in uno o in entrambi gli occhi
- Intorpidimento, insensibilità o formicolio: di solito una mano diventa più debole dell’altra
- Forte mal di testa senza una causa nota, diverso dal solito
- Faccia, anche solo parzialmente, paralizzata e bocca deviata
- Deficit di forza e di sensibilità da un lato del corpo
- Alterazione dell’equilibrio
- Problemi di stazione eretta e di deambulazione
- Stato confusionale
Il fattore tempo
A fronte dei sintomi indicati, il fattore tempo diventa decisivo. E infatti l’icuts è definita una malattia “tempo-dipendente”: per ogni secondo di ritardo nell’intervento vengono bruciati 32 mila neuroni e per ogni minuto si arriva a 1,9 milioni di neuroni persi. Inoltre, prima si interviene e migliori possono essere i risultati che si ottengono grazie a trombolisi e trombectomia meccanica.
Cause
Le principali cause dell’ictus sono quasi tutte riconducibili a errori negli stili di vita.
- Colesterolo troppo alto. Per evidenti motivi, dei quali abbiamo già parlato tra i fattori di rischio più significativi c’è sicuramente il colesterolo troppo alto. E per abbassare il colesterolo potrebbero bastare anche soltanto alcuni rimedi naturali, sempre nell’ambito della sana alimentazione e dell’attività fisica. I valori corretti del colesterolo sono noti, consultatevi con il medico per raggiungerli e terrete così a distanza la possibilità di formazione della placca arteriosa.
- Troppo alcol. Non esagerare con il consumo di alcol è una buona forma di prevenzione contro l’ictus per tre motivi. L’eccesso di alcol contribuisce ad aumentare la pressione, favorisce l’aumento di peso, danneggia la funzionalità epatica. Inoltre, aumenta il rischio della fibrillazione atriale. Non esagerare significa evitare super alcolici e consumarli in circostanze eccezionali e cavarsela con un paio di bicchieri di vino (meglio se rosso) al giorno. Non è poco.
- Un nemico chiamato stress. Anche la lotta allo stress è un buon esercizio preventivo contro l’ictus. È lo stress eccessivo che può portarci a infarti e ictus, e chi è stressato ha la tendenza a non fare esercizio fisico né a seguire un a sana alimentazione. Avete presente i casi di cronaca degli automobilisti che muoiono di infarto o di ictus dopo una lite stradale? Ecco: sono la fotografia del rischio stress.
- Cure non rispettate. In alcuni casi, e solo su indicazione del medico curante, diventa indispensabile prendere alcune medicine per abbassare il colesterolo oppure per fare scendere la pressione o per entrambe le cose. Queste cure non vanno mai sospese, se quando è lo stesso medico a ordinarlo.
- Ipertensione, obesità, fibrillazione atriale, fumo.
- Anomalie nei vasi sanguigni cerebrali: condizioni come le malformazioni artero-venose (AVM) o gli aneurismi cerebrali (dilatazioni anomale di un’arteria) possono rompersi, causando sanguinamenti.
- Disturbi della coagulazione: malattie che alterano la capacità del sangue di coagulare correttamente, come l’emofilia o l’uso di anticoagulanti, possono aumentare il rischio di emorragie cerebrali.
- Traumi cranici: un colpo alla testa o un incidente che provoca un danno ai vasi sanguigni cerebrali può portare a un ictus emorragico.
Chi cura l’ictus
Il medico che si occupa dell’ictus, dalla diagnosi alla terapia e poi alla prevenzione, è il neurologo. Sarà lui, eventualmente, a richiedere l’intervento di altri specialisti per accompagnare la cura. un tipico esempio è quello del fisioterapista che interviene quando il paziente deve provare a riprendere le sue facoltà di movimento e di linguaggio.
Esami da fare
Gli esami da fare per ridurre il rischio ictus sono:
- Controllo della pressione. Non esistono esami specifici per prevenire l’ictus. Ma un controllo, tra l’altro molto semplice: quello della pressione. In particolare, la pressione alta va ricondotta a livelli normali ed è la più pericolosa rispetto al rischio ictus, ma anche una pressione troppo bassa non è certo rassicurante. I valori ottimali sono 130 millimetri di mercurio per la massima e 80 per la minima. In caso di scostamento significativo e costante, consultate il medico (guai a prendere medicinali fai-da-te per la pressione) e sarà lui a darvi le indicazioni giuste. Un secondo esame molto semplice, che potete fare in farmacia, è quello della fibrillazione atriale: diversi studi hanno dimostrato che il 20 per cento degli ictus ischemici dipendono da questa aritmia cardiaca che, purtroppo, è quasi sempre non sintomatica. Infine la glicemia: potete controllarla una volta all’anno, in quanto se il valore è troppo alto potrebbe indicare un campanello d’allarme per il rischio diabete.
- Il diabete di tipo 2. Questo tipo di diabete è legato proprio all’iperglicemia che si manifesta in seguito alla resistenza dell’organismo all’insulina. Il diabete di tipo 2 è riconducibile a un regime alimentare sbagliato, a un peso corporeo eccessivo, a una scarsa attività fisica: tutti fattori, che in sinergia con la specifica patologia, fanno aumentare il modo esponenziale il rischio di ictus.
- Peso sotto controllo. Non bisogna diventare obesi per aumentare il pericolo di malattie cardiovascolari. Basta e avanza essere, per un tempo protratto, in sovrappeso. I rischi aumentano in proporzione alla crescita dell’indice di massa corporea che dovrebbe essere inferiore a 94 centimetri per gli uomini e a 80 centimetri per le donne.
Trattamenti e cure
In caso di ictus, o di segnali che ne indicano l’arrivo, non c’è un secondo da perdere. Bisogna chiamare un’ambulanza per arrivare in un Pronto soccorso il prima possibile e portare la persona colpita da ictus nell’ospedale più vicino, possibilmente attrezzato con unità neurovascolari. In Italia se ne contano 225, che sono in grado di praticare la trombolisi, una procedura per rimuovere trombi o emboli che ostruiscono le arterie o le vene. I Centri ictus sono organizzati in modo da minimizzare l’intervallo di tempo tra l’arrivo del paziente e l’inizio del trattamento. Inoltre garantiscono un monitoraggio h24 dello stato neurologico della persona colpita dall’ictus, in modo da consentire ai medici di intervenire in modo tempestivo al verificarsi di nuove crisi.
Quanto al primo trattamento, avviene con la somministrazione, entro le prime 4-5 ore dopo l’ictus, del farmaco trombolitico che viene utilizzato per sciogliere il coagulo.
Prevenzione
Ma più che la terapia, che dipende dalla gravità della malattia e dall’età del paziente, contro l’ictus servono precauzioni, ovvero l’autodifesa che possiamo fare, per non sprecare la nostra salute, da soli e con rimedi naturali. Nonostante tante insidie il 30 per cento degli ictus si potrebbero evitare semplicemente con una buona prevenzione, che riguarda gli stili di vita, l’alimentazione e qualche accorgimento medico. Le cose da fare più importanti, in termini preventivi, contro l’ictus sono:
- Esercizio fisico. Non è necessario andare in palestra tutti i giorni, ma quello che conta è la continuità dell’esercizio fisico, grazie al quale la mortalità per malattie cardiovascolari si riduce del 20 per cento. E per attività regolare si intendono, senza particolari sforzi, 30 minuti al giorno. Anche passeggiando o salendo le scale a piedi.
- Alimentazione sana. Non esiste una dieta perfetta, ma esistono sicuramente cibi più sani di altri che possiamo utilizzare: tra questi frutta, verdura, carne bianca e pesce. Non è né faticoso né difficile assumerli con regolarità e fare in modo, per esempio, che il nostro colesterolo sia attorno a valori accettabili. Al contrario, è preferibile consumare meno di 5 grammi di sale al giorno.
- Zero sigarette. Su questo fronte dello spreco della salute non esistono soluzioni intermedie. O si fuma, oppure si smette con la necessaria determinazione. Sapendo che qualsiasi medico avrà tutti gli elementi per confermarvi ciò che la scienza ha dimostrato in modo irrevocabile: il fumo favorisce trombosi e fenomeni trombotici. E dunque lo possiamo considerare uno dei fattori più negativi per il rischio dell’ictus.
- Controlli ed esami. I controlli vanno programmati secondo quanto previsto dal neurologo o da altri specialisti come il cardiologo. E, se i medici dovessero indicarlo, potranno servire esami specifici come l’ecocolordopller dei vasi del collo, il doppler transcranico e l’ecocardiogramma.
Riabilitazione
Una volta usciti dal tunnel del pericolo di vita, e preso in tempo l’ictus, inizia la fase di riabilitazione, che dura da uno a tre mesi. Alcune persone possono continuare anche successivamente, specie per il pieno recupero del linguaggio. La riabilitazione, in generale, riguarda le attività motorie, ma anche sedute di logopedia ed esercizi che possono aiutare a deglutire correttamente e facilmente.
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