Il diesel, ora, si ricava anche dallo zucchero. È questo il risultato della ricerca coordinata dall’americano Dean Toste dell’università della California a Berkeley e pubblicata sulla rivista “Nature” in base alla quale, un lungo processo di fermentazione impiegato in passato per trasformare l’amido in esplosivi, può essere adesso utilizzato per convertire lo zucchero in carburante.
Il prodotto ottenuto potrebbe essere commercializzato entro 5-10 anni come biodiesel da usare come carburante nei trasporti.
In particolare, i ricercatori, sono partiti da una tecnica inventata nel 1914 dal chimico Chaim Weizmann che, nel suo processo, utilizzava il batterio Clostridiumaceto butylicum per far fermentare gli zuccheri dell’amido in acetone, butanolo ed etanolo. Questo processo di fermentazione ha permesso alla Gran Bretagna di produrre l’acetone necessario per produrre la cordite, utilizzata a quel tempo per sostituire la polvere da sparo.
Per ottenere il diesel, i ricercatori hanno sviluppato un metodo che estrae l’acetone e il butanolo dalla miscela di fermentazione ottenuta con la tecnica di Weizmann e poi, con un catalizzatore, hanno convertito queste sostanze in una miscela di idrocarburi a catena lunga che assomiglia alla combinazione di idrocarburi nel gasolio.
I test finora condotti hanno dimostrato che la miscela ottenuta brucia come lo fanno normalmente i prodotti derivati dal petrolio. Il processo è abbastanza versatile e, secondo gli esperti, può utilizzare una vasta gamma di materie prime rinnovabili, dallo zucchero del mais (glucosio), allo zucchero di canna (saccarosio) fino all’amido, e può lavorare anche con materie prime non destinate all’uso alimentare come gli alberi e i rifiuti vegetali.
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