Il distillatore solare per salvare l’Africa dalla siccita’

Il design ricorda gli oggetti artigianali dell’Africa subsahariana o i vasi di terracotta utilizzati dalle donne indiane. Ed è proprio per gli abitanti delle zone aride e desertiche che il designer italiano Gabriele Diamanti, 31 anni, ha ideato l’Eliodomestico, semplice ma funzionale distillatore che sfrutta il calore dei raggi solari per depurare e desalinizzare l’acqua […]

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Il design ricorda gli oggetti artigianali dell’Africa subsahariana o i vasi di terracotta utilizzati dalle donne indiane. Ed è proprio per gli abitanti delle zone aride e desertiche che il designer italiano Gabriele Diamanti, 31 anni, ha ideato l’Eliodomestico, semplice ma funzionale distillatore che sfrutta il calore dei raggi solari per depurare e desalinizzare l’acqua marina, salmastra o inquinata.

UNA CAFFETTIERA AL CONTRARIO – «Già durante la tesi avevo progettato un apparecchio simile», spiega Diamanti. Nel corso degli anni, dopo un impiego nello studio del designer giapponese Makio Hasuike, questo giovane appassionato di viaggi e di ingegneria si mette in proprio, apre uno studio tutto suo «con altri soci» e ritira fuori dal cassetto il suo progetto di laurea per perfezionarlo. «L’Eliodomestico funziona come una grande caffettiera al contrario, con la caldaia in alto e l’uscita del vapore in basso», racconta. «La struttura è costituita da un contenitore di metallo nero, dove mettere l’acqua». E se il colore scuro del contenitore permette al liquido di raggiungere una temperatura di 90 gradi «l’acqua si purifica. Ma cosa più importante evapora e, grazie a una leggerissima sovrapressione, scende verso il basso lungo un tubicino. Proprio come una caffettiera a testa in giù». Una volta che il vapore scende viene intrappolato nel coperchio conico di una ciotola posta sul fondo del vaso. Anche in questa fase il materiale chiave è il metallo. Che permette al vapore di condensarsi ritornando sotto forma liquida, senza la salinità iniziale e dunque potabile e adatto agli usi domestici.

LICENZA OPEN E SENZA FINI DI LUCRO – L’anno scorso Gabriele Diamanti ha iscritto il suo progetto al Prix Emile Hermès 2011. «Sono arrivato in finale, ma non ho vinto. Ora, dato lo scarso interesse che può rappresentare a livello economico, cerco di diffonderlo nei Paesi meno sviluppati e colpiti dalla siccità attraverso le organizzazioni non governative e iscrivendolo ai concorsi ad hoc», sottolinea. L’Eliodomestico è infatti ideato per le popolazioni della zone dove l’acqua è più preziosa dell’oro. «Può essere utile a chi abita sulla costa e dunque sfrutta l’acqua del mare. Poi ho pensato anche all’India dove molte falde sono “contaminate” dalle acque marine. O alla Cina dove numerosi pozzi o corsi, come il Fiume giallo, contengono sali d’arsenico». Altro aspetto interessante è l’approccio dell’invenzione. Sostenibile in tutti i suoi aspetti. Sia per la realizzazione e per la diffusione. «Molti ritrovati vengono calati dall’alto sulle comunità, senza tener conto della loro formazione culturale e del loro gusto. E per questo motivo non funzionano». Ecco spiegato perché il design dell’Eliodomestico richiama le linee dell’artigianato locale africano o indiano e può essere fabbricato in loco essendo progettato con materiali semplici.

CASI DI INSUCCESSO – Tanti sono infatti i casi di invenzioni utili che non hanno attecchito nei Paesi in via di sviluppo. «Bisogna preventivare la possibilità di sostituire i pezzi di ricambio in loco, altrimenti una volta usurati gli oggetti vengono buttati via». Colpisce anche l’idea della licenza open: «L’obiettivo è diffondere l’Eliodomestico senza fini di lucro, con l’idea di migliorare le condizioni di vita di popolazioni che soffrono per la mancanza di risorse idriche». Chiunque lo voglia riprodurre ha dunque l’obbligo di citare il nome del designer, non può in nessun caso sfruttare il progetto per fini commerciali, ed è tenuto a condividere il progetto come è stato condiviso all’origine.

RISPARMIO ED EFFICIENZA – Il distillatore è stato realizzato al cento per cento con materiali artigianali, tra cui metallo e terracotta. Ed è molto semplice da usare: al mattino si riempie il contenitore ermetico superiore con acqua marina, salmastra o sporca. Alla sera si raccoglie dalla bacinella inferiore la produzione di acqua pulita, evaporata e ricondensata durante il giorno. Infine all’acqua distillata si può aggiungere una piccola quantità di sale per migliorarne le caratteristiche e i benefici per la salute. Inoltre permette un risparmio notevole. Se infatti con i sistemi tradizionali si riescono a depurare 3 litri al giorno per un investimento iniziale di 100 dollari, l’Eliodomestico consente di eseguire la stessa operazione per 5 litri al giorno a un costo di 50 dollari. Conclude Diamanti: «Sono partito osservando la scarsa efficienza dei depuratori tradizionali basati sul vetro. Sostituendolo con il metallo ho aumentato la differenza di temperatura necessaria al processo di condensazione. E a parità di superficie irradiata l’Eliodomestico è risultato tre volte circa più efficiente».

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