Il Giappone volta le spalle al nucleare

Il Giappone cambia strada e intende diminuire la dipendenza dall’energia nucleare e puntare decisamente sulle rinnovabili, per diventare un Paese-guida del settore delle energie alternative. La nuova politica energetica del Sol Levante è stata illustrata dal nuovo primo ministro giapponese, Yoshihiko Noda, a sei mesi dal disastro di Fukushima e il giorno dopo il nuovo […]

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Il Giappone cambia strada e intende diminuire la dipendenza dall’energia nucleare e puntare decisamente sulle rinnovabili, per diventare un Paese-guida del settore delle energie alternative. La nuova politica energetica del Sol Levante è stata illustrata dal nuovo primo ministro giapponese, Yoshihiko Noda, a sei mesi dal disastro di Fukushima e il giorno dopo il nuovo incidente nucleare che ha provocato un morto e quattro feriti in un impianto francese di trattamento di scorie nucleare, «guasto» che per alcune ore ha messo in allarme tutta l’Europa.

LEADER DELLE RINNOVABILI – Noda, nel corso del suo primo intervento in Parlamento dopo l’insediamento sulla poltrona di primo ministro, ha annunciato che entro l’estate del prossimo anno sarà messa a punto una nuova politica energetica a lungo termine, e che il Giappone deve fissarsi come obiettivo di «ridurre il più possibile la parte di elettricità d’origine atomica» a vantaggio delle energie rinnovabili, e diventare un modello a livello mondiale in questo settore. Oltre trenta reattori su 54 sono stati fermati negli ultimi mesi, causando mancanza di energia elettrica: -12,1% in agosto rispetto allo stesso mese dell’anno prima, grazie anche alle temperature minori delle attese e al risparmio di energia elettrica da parte degli utenti in seguito alla chiusura degli impianti nucleari.

MODELLO – «Ripartiremo con una pagina bianca e presenteremo entro l’estate prossima un nuovo piano energetico che arriva fino al 2030», ha dichiarato il nuovo capo del governo di Tokyo. Prima di Fukushima il Giappone prevedeva di aumentare a oltre il 50% l’elettricità d’origine nucleare sul totale nazionale. In agosto la quota è scesa al 26,4%. L’obiettivo dell’aumento della produzione nucleare era di ridurre le emissioni di gas serra e di consolidare l’indipendenza energetica. «Dobbiamo creare una società basata su nuove energie», ha invece illustrato Noda comunicando il cambiamento di rotta. «Grazie alle nostre capacità tecniche, insieme a una riforma delle leggi e a una politica di sostegno per l’adozione delle nuove energie, noi dobbiamo fare del Giappone un modello su scala globale».

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