Si respira aria di “nuova austerita’” nell’industria della moda e in particolare nel giro delle grandi firme del lusso. Dopo le sfilate di Milano e di Parigi, e’ diventata piu’ chiara la tendenza ad archiviare gli eccessi, la sfrenatezza di abiti e accessori troppo costosi quanto poco utili, l’apparire a qualsiasi costo. Lo spreco. E’ un passo indietro salutare, compreso il definitivo tramonto della bellezza anoressica, per un’industria che ha in tasca il termometro del cambiamento, e significativo, perche’ indica quanto la frenata in corso nell’economia sia ormai intrecciata con nuovi stili di vista che si andranno a consolidare. Gli stilisti pensano ai loro fatturati, e fanno bene, mentre i consumatori devono guardare al portafoglio ed a una nuova sobrieta’, e fanno ancora meglio.
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