Il ministro Patroni Griffi scrive: “Non licenzio”

Il ministro Filippo Patroni Griffi mi ha inviato questa lettera in riferimento alle critiche che ho fatto per il suo annuncio dei licenziamenti nella Pubblica Amministrazione via tweet. Domani mattina pubblicheremo la risposta al ministro. Caro direttore, “licenziare con un tweet”, dire cose inesatte con un articolo. E il linguaggio (del tweet) non è quello […]

Il ministro Filippo Patroni Griffi mi ha inviato questa lettera in riferimento alle critiche che ho fatto per il suo annuncio dei licenziamenti nella Pubblica Amministrazione via tweet. Domani mattina pubblicheremo la risposta al ministro.

Caro direttore, “licenziare con un tweet”, dire cose inesatte con un articolo. E il linguaggio (del tweet) non è quello “freddo ministeriale” ma quello corretto e informato del Ministro: eccedenze non ha nulla a che fare con il licenziamento. Mi permetta di fare alcune precisazioni all’analisi di ieri di Antonio Galdo. Non è stato licenziato proprio nessun dipendente dello Stato. Dopo aver informato i miei colleghi di governo, ho svolto un’informativa ai sindacati sulla ridefinizione delle piante organiche (sono i posti non le persone in carne ed ossa) dello Stato. Si tratta di eccedenze, quindi scatteranno i relativi strumenti di gestione (mobilità volontaria, pensionamenti, contratti di solidarietà) infine avremo i reali esuberi, che costituiscono il presupposto giuridico della mobilità obbligatoria. I rappresentanti dei lavoratori sono stati convocati alle ore 10 di martedì, ho fatto un intervento introduttivo di circa un quarto d’ora. Solitamente in questi casi e in genere negli incontri tra governo e parti sociali sono gli uffici stampa delle organizzazioni convocate a mandare sms ai giornalisti che attendono in sale attigue oppure sono gli stessi sindacalisti che escono e informano i giornalisti. In passato sono nati equivoci. Stavolta, visto che si trattava di una materia così delicata, dopo il mio intervento e quindi dopo che i sindacati erano stati informati e dunque dopo che quei dati potevano considerarsi pubblici, abbiamo ritenuto doveroso informare quante più persone possibile approfittando di internet. Prima utilizzando twitter e dopo pubblicando sul sito del dipartimento Funzione Pubblica tabelle e note esplicative. Sono stati seguiti i soliti crismi della corretta informazione e del rispetto che si deve agli statali e ai loro rappresentanti. In più abbiamo aggiunto maggiore comunicazione rendendo pubbliche tutte le informazioni che avevamo in nostro possesso. Si chiama Open data. Si chiama trasparenza. La casa di vetro della pubblica amministrazione. Rendere noti i dati, le cifre in modo che tutti possano conoscere, tutti possano sapere, tutti possano valutare. Infine, mi consenta un’annotazione. La polemica attorno al tweet è stata sollevata dai giornalisti. Ma non dagli statali (che pure, stando a quanto si legge, dovrebbero essere le “vittime”) che invece in diversi casi ci hanno inviato mail di ringraziamento. Finalmente dopo mesi di allarmismo – c’era chi parlava di decine di migliaia di licenziamenti – si sono sentiti tempestivamente rassicurati dai numeri reale dell’operazione spending. Questo forse è uno dei paradossi di questo tempo: si creano allarmi che poi risultano infondati e si trascurano alle volte quelli reali. In realtà sono certi disinformati e disinvolti articoli a soffiare sul fuoco della “cattiva fama del pubblico impiego” e soprattutto ad alimentare (ingiustificate) tensioni sociali di cui solo l’articolista se ne potrà assumere la responsabilità. Cordiali saluti Filippo Patroni Griffi ministro Pubblica amministrazione.

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