La storia di Pasquale è la storia di un amore e di un ritorno. Intrecciati stretti. L’amore è quello per il mare, il bel mare d’Abruzzo, e il ritorno è proprio nella piccola regione che gli ha dato i natali il 20 di aprile di ben 95 anni fa. Chiunque ama il mare di un amore così smodato e profondo sa che non può starne lontano troppo a lungo, ed è proprio questo che spinge Pasquale Di Marco, ogni giorno, a fare 27 chilometri all’andata e 27 al ritorno, con la sua auto, per andare da Poggio San Vittorino, dove vive, a passeggio sul lungomare di Giulianova.
IL NONNO DEL MARE
Arriva, si siede e guarda il mare. Ogni mattina, sin da quando è tornato in Abruzzo dal Belgio, dove ha vissuto e lavorato per tanti anni sin da giovane. Un lavoro duro, il minatore, confinato 900 metri sotto terra, tra le macerie dei cunicoli che crollavano, scalzo, con poca luce e la polvere negli occhi e nei polmoni. Dev’essere per questo che Pasquale ama così profondamente il suo Adriatico, tanto da sedersi su una seggiola sul bagnasciuga per guardarlo meglio. E, come dice in un’intervista al quotidiano La Repubblica, “ringraziare Dio per la forza che ha”.
Il momento del lockdown per lui è stato particolarmente duro: impossibile togliere il mare al “Nonno del Mare”, come la comunità di Giulianova ha preso a chiamarlo osservandolo, al mattino, seduto in contemplazione delle onde. Eppure, ligio alle prescrizioni in materia, durante i due mesi di quarantena non si è mosso di casa, salvo scattare verso il bagnasciuga il primo giorno utile dopo l’allentamento delle misure di prevenzione.
Armato di mascherina e di due sacchi neri per raccogliere la plastica, a passeggio sulla battigia animato dalla volontà di ripulire il tratto di spiaggia che frequenta ogni giorno e che corre il rischio di venire deturpato dai rifiuti. Gettati da chi, secondo Pasquale “ormai non rispetta nulla”. Nemmeno il mare.
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NONNO PLASTIC-FREE GIULIANOVA
Reti, polistirolo flaconi, pezzi di tubi, tappi, bottiglie, addirittura uno pneumatico: i sacchi neri si riempiono veloci, e la spiaggia sembra già più pulita. Il gesto nobile di Pasquale non è affatto passato inosservato, tanto da valergli le luci della ribalta, le attenzioni della locale sezione del WWF e molti gesti di riconoscenza. Compreso un altro soprannome, quello di “nonnino plastic-free”. La sua battaglia contro la plastica che soffoca il mare non è stata di certo fatta per attirare l’attenzione, ma un semplice atto di civiltà, per cui scuote le spalle e schiva i ringraziamenti. Lanciando, piuttosto, il monito di non gettare rifiuti in spiaggia o nelle strade. Per ora, nelle buste nere di Pasquale non ci sono troppe mascherine e troppi guanti, ma il timore è che, con la riapertura della stagione balneare, questo tipo di rifiuti possano moltiplicarsi.
Come ogni innamorato che si rispetti, Nonno Pasquale, il nonno del mare, farebbe di tutto per proteggere e rispettare ciò di cui è innamorato. Per questo si rivolge agli avventori della spiaggia, chiedendo loro, adesso che si potrà tornare a godere della sua bellezza, di “non buttare guanti e mascherine nelle strade, nei fossi, sulle terre e nei fiumi perché li ritroveremo tutti in mezzo al mare, nella pancia dei pesci e nel nostro cibo”.
(L’immagine di copertina è tratta da Il Messaggero . Immagini a corredo del testo tratte da Facebook)
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