La solidarietà dell’intero paese, stretto intorno a chi ha delle difficoltà. Succede a Specchia, quasi cinquemila anime in provincia di Lecce. Un paese tra i borghi più belli d’Italia, dal meraviglioso centro storico fatto di scalinate e muretti a secco, e in questo dedalo di edifici medievali si è scatenata una vera a propria gara di solidarietà.
LEGGI ANCHE: Fluminimaggiore: un intero paese pensato per gli over 65. E le case abbandonate diventano una residenza diffusa
IL PAESE RISTRUTTURA CASA DI UN CONCITTADINO
Protagonisti, tutti gli abitanti di Specchia, che hanno contribuito a rimettere in sesto la casa, vecchia e dissestata, di un concittadino di 47 anni, appena uscito da una comunità di recupero, che sta tornando alla vita e voltando una pagina difficile della propria vicenda biografica.
A capo di questa particolare brigata, fatta di falegnami, tuttofare, idraulici e manovali, anche improvvisati, c’è Alvaro Lucatelli, barista e dj, che in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno racconta com’è nata l’idea:. «Tutto è nato per caso quando ho incontrato questo ragazzo. Era a Specchia per risolvere qualche pratica e mi ha confidato di essere preoccupato perché di lì a pochi mesi sarebbe rientrato in paese ma la casa di famiglia era in pessime condizioni. L’idea di aiutarlo – prosegue – si è accesa subito, perché nonostante le difficoltà e i drammi vissuti, questo amico, oggi solo al mondo, è una persona buona».
Dopo due anni di comunità terapeutica, infatti, in paese non ha più alcuna rete familiare dopo la morte dei genitori, e l’unico punto di partenza, dove tornare a fine gennaio, è proprio la casa di famiglia, che purtroppo versa in stato di abbandono.
PER APPROFONDIRE: Ospitalità solidale, il bando che cerca abitanti per migliorare i quartieri di Milano. Con un occhio alla solidarietà
A SPECCHIA TUTTI UNITI PER AIUTARE UN CONCITTADINO
Così, ognuno ha dato una mano, secondo le proprie abilità: chi ha fatto l’intonaco, chi ha realizzato l’impianto elettrico e quello idrico, chi si è occupato della tinteggiatura delle pareti. E poi, i doni, sotto forma di elettrodomestici o mobilio. Tutti e tutte hanno partecipato, nessuno si è tirato indietro. Con un condizionatore, una lavatrice, i termosifoni, i letti. Alcuni imprenditori del paese le porte e le finestre. Chi non ha donato cose o tempo ha comunque partecipato alla ristrutturazione con un contributo economico, riuscendo a pagare l’allaccio di luce e gas e le precedenti morosità.
I lavori sono andati avanti durante tutte le feste di Natale, donando al concittadino ore del proprio tempo libero dopo la famiglia e il lavoro. Le porte aperte segnalavano i lavori in corso, e chiunque passasse si fermava per collaborare e dare una mano. «Ciascuno ha fatto quello che sapeva fare, l’impianto elettrico ad esempio è stato messo a nuovo da tre “elettricisti” diversi e i lavori sono andati avanti di buona lena. È successo spesso – continua a raccontare Alvaro nella stessa intervista – che più di qualcuno rinunciasse a stare del tempo in famiglia per potere dare realtà a questo sogno». Al progetto solidale ha partecipato anche il parroco del paese, e il parroco antimafia don Antonio Coluccia, molto attivo nei progetti di tutela e aiuto di giovani in difficoltà.
(Immagine in evidenza tratta da Repubblica Bari // Photocredits: Repubblica Bari)
STORIE DI ALTRUISMO:
- A Napoli si regalano libri: arriva il panaro della cultura, a cui attingere se non si può acquistarli
- Frigoriferi solidali, la rete spagnola in tutto il paese. Nei quartieri chi ha cibo avanzato lo deposita, e chi ne ha bisogno lo ritira (foto)
- In Brianza nasce il garage solidale, autofficina che offre lavoro e integrazione
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.