Il pranzo popolare antisprechi a Londra: qualche sindaco in Italia vuole fare lo stesso?

Quando ho letto l’invito che mi ha mandato Tristram Stuart per partecipare venerdì 18 novembre, a Londra, al suo pranzo popolare con migliaia di cittadini, ho pensato: peccato per i maledetti “impegni già presi”, sarei andato con piacere a festeggiare Tristram. Il suo Free lunch (Pranzo gratis), come recitava l’invito, infatti, è un misto di […]

londra

Quando ho letto l’invito che mi ha mandato Tristram Stuart per partecipare venerdì 18 novembre, a Londra, al suo pranzo popolare con migliaia di cittadini, ho pensato: peccato per i maledetti “impegni già presi”, sarei andato con piacere a festeggiare Tristram. Il suo Free lunch (Pranzo gratis), come recitava l’invito, infatti, è un misto di provocazione, passione civile, radicalità contro il consumismo sciatto e bulimico con il quale gli inglesi, come gli americani, sono arrivati a gettare nella spazzatura più del 25 per cento della loro spesa. Ma è anche un messaggio, molto forte e ben costruito dal punto di vista dell’impatto mediatico, per dire a tutti noi: facciamo attenzione a non sprecare. Come? In modo semplice, con piccoli gesti quotidiani: basta poco, ma può valere tantissimo. E il “gesto” di Tristram Stuart, in questo caso, è il seguente: la sua festa è organizzata con piatti caldi e ben cucinati che contengono prodotti alimentari (innanzitutto frutta e ortaggi), recuperati dagli scarti della grande distribuzione ma ancora perfettamente commestibili. In pratica, migliaia di persone partecipano a un pranzo popolare antispreco, senza pagare un penny e dimostrando così quanti uomini e donne si possono sfamare semplicemente distribuendo, e rimettendo in circolazione, una parte di quanto, di solito, infiliamo nei cestini dell’immondizia. La provocazione di Stuart funziona come un orologio, anche grazie al tam- tam sulla Rete, e ha un supporto molto importante: quello del sindaco di Londra, Boris Johnson. Il motivo della scelta del primo cittadino della capitale inglese è legato alla storia di Stuart, che ha iniziato la sua militanza da freegan (sono quelli che, sempre per protestare contro gli sprechi di cibo, ficcano il naso nei cassonetti e con i rifiuti apparecchiano la tavola) una decina di anni fa, quando era studente a Cambridge, ed oggi è una star internazionale dei movimenti che combattono contro il mondo insostenibile. Di fronte alla popolarità di Stuart e all’efficacia della sua provocatoria e allegra festa di piazza, Johnson ha pensato non soltanto di assecondare l’attivista freegan ma perfino di sostenerlo, come se la grande metropoli, tempio del capitalismo finanziario e consumistico, fosse dalla sua parte. D’altra parte, gli inglesi, a tutti i livelli politici, sia di governo sia di amministrazioni locali, sono molto impegnati nella lotta contro gli sprechi. E non combattono soltanto quelli pubblici, ma vanno giù con la sciabola anche contro quelli privati, come appunto lo spreco di cibo. C’è qualche sindaco in Italia che ha voglia di fare come Johnson?  

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