Il Tar blocca la scuola: niente presidi per una valanga di ricorsi

Le scuole italiane sono soffocate da una valanga di ricorsi, quasi tutti accolti dal Tar e dal Consiglio di Stato, che di fatto bloccano l'inserimento dei dirigenti scolastici e lasciano scoperti gli istituti.

il tar blocca la scuola niente presidi per una valanga di ricorsi

L’inizio del nuovo anno scolastico è ormai alle porte e famiglie e alunni avranno un’amara sorpresa al rientro in aula: mancano i presidi. Le scuole italiane, infatti, sono soffocate da una valanga di ricorsi, quasi tutti accolti dal Tar e dal Consiglio di Stato, che di fatto bloccano l’inserimento dei dirigenti scolastici e lasciano scoperti gli istituti. In tutta Italia. Soltanto in Lombardia, per esempio, 392 presidi su 1.118 non possono prendere servizio, nonostante abbiano vinto un regolare concorso bandito già due anni fa.

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Il motivo? Il Tar ha accolto il ricorso di alcuni candidati bocciati che hanno contestato la “visibilità” delle buste che contengono gli elaborati. Troppo trasparenti, con il rischio che chiunque tra i membri della commissione avrebbe potuto leggere il nome del candidato attraverso la busta e favorirlo in sede di esame. Stessa musica in Sicilia, dove i concorsi bloccati dal Tar risalgono addirittura al 2004: prove contestate, ricorsi accolti, e nomine congelate. Da quasi dieci anni. In Abruzzo il concorso per dirigenti scolastici è saltato per l’incompatibilità, dichiarata dal Tar, di due membri della commissione e per la “mancanza di originalità delle tracce”. In Molise, altri ricorsi e altro stop per l’incompatibilità di alcuni componenti della commissione e per la violazione del principio di riservatezza. La guerriglia dei ricorsi, a macchia di leopardo sull’intero territorio nazionale, è segnalata con la regolarità di un sismografo dal sito dell’Anp, l’associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola (www.anp.it).

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Il risultato è il caos, con circa un terzo delle scuole italiane senza presidi e con contenzioni che mettono in campo uno stuolo di avvocati, sempre gli stessi, professionisti della guerra di carte bollate. Il governo in un primo momento aveva pensato di ricorrere allo strumento di un decreto legge per sbloccare la situazione, ma ha dovuto rinunciare a questa strada perché c’era il rischio di nuovi ricorsi alla Corte Costituzionale. Adesso il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, pensa di riportare tutti i concorsi per dirigenti scolastici dalla periferia al centro, gestendoli direttamente da Roma. Ma intanto la frittata è fatta, e la scuola italiana quest’anno parte senza presidi. Grazie al Tar.

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