IMBALLAGGI ALIMENTARI TECH
La lotta allo spreco di cibo inizia tra le mura domestiche: è nella pattumiera di casa, infatti, che vanno a finire frutta e verdura, carne e formaggi, messi in ordine di spreco. Secondo l’osservatorio Waste Watcher, infatti, i freschi sono i cibi più gettati dagli italiani, mentre tra i cibi cotti la regina della pattumiera è proprio la pasta, magari cotta in abbondanza e poi non consumata.
Come combattere questo assurdo spreco, considerando che il 30 per cento del cibo in Europa finisce nella spazzatura?
Serve educazione ad una spesa e ad un consumo responsabile, ma anche la tecnologia può venirci in aiuto: sono in via di sviluppo e realizzazione, infatti, una serie di imballaggi che garantiscono una conservazione sempre più efficace, e antispreco.
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IMBALLAGGI ALIMENTARI SOSTENIBILI
Prototipi di questi contenitori sono già commercializzati in Giappone, Australia e negli Stati Uniti, ma il problema, oltre alla sicurezza alimentare, è l’economicità: i prezzi sono infatti ancora molto alti, e non sarebbe possibile affrontare un’immissione in commercio su larga scala senza ipotizzare un rincaro considerevole sui prezzi dei prodotti finiti.
La nuova frontiera degli studi sui packaging alimentari sono gli imballaggi attivi, ‘parlanti’,capaci di interagire con il cibo contenuto (modificano i tempi di conservazione e ne assicurano la conservazione) e di fornire informazioni sullo stato di integrità dell’alimento (se ha subito alterazioni di temperatura, per esempio).
Le sperimentazioni sugli imballaggi ecologici e completamente biodegradabili sono una realtà e avanzano ogni giorno, permettendo di immettere in commercio contenitori e packaging completamente edibili, che derivano da commestibili come le bioplastiche, create da scarti dell’ortofrutta o dai rifiuti organici. O il green packaging, imballaggi eco-sostenibili creati con fibre grezze ricavate dagli scarti di ananas, cocco e persino funghi.
L’eco packaging alimentare di ultima generazione è una tra soluzioni anti spreco da adottare su larga scala nei prossimi anni, e lì’obiettivo è quello di rendere il packaging ‘interattivo’ oltre che completamente biodegradabile.
Il packaging capace di interagire coi consumatori è in grado di fornire informazioni sul prodotto conservato, e i ricercatori stanno studiando ed elaborando appositi sensori e spie luminose che avvisano quando il prodotto sta scadendo o ha subito cambi repentini di temperatura.
Ma il futuro del packaging alimentare è quello di consentire di ritardare i tempi di maturazione di frutta e modificare le condizioni di conservazione per verdura e in genere per tutti i prodotti freschi. In realtà già esistono particolari contenitori studiati per assorbire ossigeno o eliminare l’umidità come quelli fatti con un polimero detto acido polilattico (ottenuto dallo zucchero di canna a zero impatto ambientale), che è capace di conservare l’alimento e lasciarlo traspirare prevenendo la comparsa delle muffe del cibo.
Il panorama del packaging alimentare biodegradabile è vario e in continua evoluzione, e numerosi sono i progetti che mirano a prevenire lo spreco alimentare e anche l’eccessivo consumo di plastica e materiali non ecosostenibili. Come, ad esempio, quello dell’indiana Rhea Singhal, trentenne indiana che produce stoviglie plastica free a partire dagli scarti agricoli.
STORIE DI CHI NON SPRECA CIBO:
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