Più abbiamo bisogno dell’Europa, più la disprezziamo. E mentre i servizi segreti ci avvertono che oltre 15mila immigrati, liberati dalle carceri di Gheddafi che così prova a ricattarci, sono pronti a raggiungere l’Italia, il governo continua ad alzare la voce contro i paesi membri dell’Unione. Peccato che Roberto Maroni, il ministro degli Interni, appartiene allo stesso partito, la Lega, che ha fatto,da anni, dell’antieuropeismo una sua cifra politica. Molto più di una battaglia simbolico: quasi uno dei motivi fondanti del movimento e del partito.
Le Lega che oggi chiede aiuto all’Europa è la stessa che ieri, tramite Umberto Bossi, pretendeva di alzare i bastioni nazionali a difesa del territorio locale e innanzitutto del suo elettorato. E’ la stessa che tuonava contro “i cialtroni di Bruxelles” e la “plutocrazia europea”. Tutto ciò ha prodotto due effetti negativi. Da un lato il nostro peso nelle sedi europee è precipitato, e siamo stati considerati sempre alleati poco affidabili; dall’altro versante è cresciuto nella pancia delle regioni del Nord un sentimento di distacco, perfino di repulsione, nei confronti dell’Europa. Si è alzato un muro, e oggi attraversarlo con le armi della diplomazia politica è molto difficile. Quasi impossibile, con questa classe dirigente.
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