Carta igienica e impatto ambientale: ogni italiano ne consuma quattro chili all’anno

Si tratta di circa 70 rotoli. Lo spreco di un prodotto non riciclabile e per il quale si tagliano tanti alberi

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Siamo grandi consumatori, e grandi spreconi, di rotoli di carta igienica: ogni italiano ne consuma circa 4 chili all’anno, pari a circa 70 rotoli. Troppa. E assolutamente non motivata da obiettivi di igiene: spesso la usiamo per asciugare le mani o anche per soffiarci il naso. Piuttosto, in questo spreco conta molto la martellante campagna pubblicitaria (ricordate per esempio gli spot su I sette piani di morbidezza…) di un prodotto dell’economia domestica ricco di valore. Il fatturato dell’industria europea di carta igienica è pari infatti a circa 8,5 miliardi di euro l’anno. Di fronte a questi numeri e allo spreco di un tipo specifico di carta sorgono diversi problemi. Il primo riguarda le nostre tasche, in quanto sebbene la cifra per ogni rotolo non sia alta, la spesa finale, su base mensile, diventa molto significativa. E quattro chili di carta igienica sono davvero tanti. Ne sa qualcosa James Spears, il padre di Britney Spears, costretto a fermare la figlia per le sue spese pazze di carta igienica griffata, in genere firmata Louis Vuitton: 2.500 dollari l’anno. Il secondo punto è il danno ambientale. Si calcola che ogni anno, nel mondo, si tagliano 270mila alberi per produrre carta igienica. Sono numeri spaventosi, e non c’è molto da sperare per il futuro: la carta igienica comunque si ricava dalla cellulosa, e quindi dal taglio degli alberi. Terzo problema: l’inquinamento. A furia di imbottire i bagni di carta igienica, ci dimentichiamo dell’impatto ambientale di questo prodotto. Non proprio basso. Si tratta infatti di materiale quasi mai riciclabile. La stragrande maggioranza della carta igienica, anche di bassa qualità, proviene dai paesi asiatici, dove soltanto il 2 per cento è riciclabile. I grandi marchi europei hanno almeno il merito di mettere sul mercato una quota tra il 20 e il 25 per cento di carta igienica prodotta con il format di carta riciclabile.

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Come ridurre il consumo di carta igienica

Cosa possiamo fare per consumare e sprecare meno carta igienica? Non certo diventare più sporchi. O tornare alle antiche abitudini dei monaci che utilizzavano i resti delle loro tonache fuori uso. Oppure seguire la tradizione degli arabi, che usano la mano sinistra per pulirsi (infatti, mai salutare un arabo con la sinistra). Dobbiamo semplicemente ridurre questo compulsivo consumo, ricordandoci poi di una cosa essenziale per la nostra salute e per la cura igienica del nostro corpo: in ogni caso, dopo essere andati in bagno dobbiamo lavarci con acqua e sapone, e quindi è inutile sprecare prima troppa carta igienica. Infine, dal Giappone arriva una macchina di riciclo molto interessante. È stata brevettata dall’azienda Nakabayashy e consente di produrre due rotoli di carta igienica all’ora, utilizzando 1.800 fogli di carta da ufficio formato A4 avanzati e destinati alla spazzatura.

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Il mercato della carta igienica

Il mercato della carta igienica è ricco, redditizio e solido: lo si vede dalla quantità degli investimenti pubblicitari in questo settore. Soltanto in America il mercato della carta igienica vale un fatturato di 12,6 miliardi di dollari all’anno, mentre in Italia si supera la quota di 1,2 miliardi. Una confezione di rotoli di carta igienica, mediamente, nel nostro Paese costa tra i 5 e i 6 euro e comprende 12 rotoli.

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