D’accordo: la cafonaggine dilaga, e la buona educazione si è eclissata. La tecnologia ha stravolto i codici di comportamento, specie nel rapporto tra uomo e donna, lasciando spazio agli sfoghi più volgari: vero. In pieno uragano metoo, il movimento internazionale in campo contro abusi e ricatti sessuali, solo parlare di gesti da corteggiamento nei confronti di una donna suscita l’incognita del sessismo.
Diamo per acquisite tutte queste cose, ma non rassegniamoci: la galanteria era e resterà sempre un valore, che fa parte di uno stile di vita impastato di una specifica gentilezza, declinata al femminile, con l’aggregato di parole, atteggiamenti e gesti. I galanti devono resistere, e riaffermare lo spazio per questo codice di comportamento, che deve rientrare in quel famoso galateo, non formale ma sostanziale, da spiegare ai nostri figli e ai nostri nipoti.
Provate un attimo a mettere in fila alcuni aspetti essenziali della galanteria. Alzarsi in piedi quando una donna vi raggiunge a tavola, o in un salotto. Spostare una sedia per farla accomodare. Fare il baciamano. Accompagnarla sotto casa, e aspettare che attraversi il portone prima di salutarla. Farla entrare prima e aprire la porta quando c’è da passare per un ingresso (non a ristorante o in un bar). Versarle a tavola acqua e vino, e non fare sentire mai una donna esclusa da una conversazione.
Ora, messi in fila questi gesti, ma altri ne potremmo aggiungere, diteci: Vi sembrano i segnali di un maniaco sessuale in agguato? Sentite puzza di ricatto? C’è qualche particolare che vi infastidisce? Il succo della galanteria è questo: una gentilezza ad personam, riservata alle donne in generale ed a una in particolare, quella che si sta frequentando. La galanteria, diventata uno stile di vita, un approccio con gli altri, definisce così i contorni del gentiluomo, razza in via di estinzione, anche per la fatica di esserlo e di restarlo. Diceva Luigi Pirandello: “E’ molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere una volta tanto; galantuomini si deve essere sempre”.
La galanteria dunque è un ottimo esercizio per essere, più in generale, una persona educata e gentile. Due cose non da poco. E’ un diritto delle donne e un dovere degli uomini, un pegno che si offre, non si paga, nel meraviglioso gioco della seduzione. Un uomo galante, e non affettato, mostra sicurezza, autorevolezza, presenza. E diventa una persona da prendere in considerazione, per quello che viene dopo, Dio vedrà. Ancora: la galanteria è un codice che agevola e favorisce i rapporti tra le persone, in questo caso di sesso differente. Di solito, si abbina a una naturalezza di parole, gesti e comportamenti. Ed è una risposta controcorrente a una maleducazione diffusa e trasversale, che contagia uomini e donne, a qualsiasi età. Basta vedere che cosa accade in strada quando abbiamo un attimo di incertezza di fronte a un semaforo che da rosso diventa verde.
Se queste cose rappresentano la galanteria, con i contenuti che vi abbiamo citato, con i loro significati che convergono nel rispetto della donna, allora guai a sprecarla, a smarrirla. E non c’è un solo motivo al mondo per confonderla con qualsiasi atteggiamento che abbia solo il seme del sessismo.
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