Come funziona il cervello durante il sonno

E' attivissimo: si rafforzano i ricordi, si fanno associazioni, si superano le paure. E si crea. Come è capitato a Paul McCartney, Larry Page e tanti altri

importanza dei sogni per il cervello

Importanza dei sogni per il cervello

Sognare, che meraviglia. Sto parlando proprio dei sogni che facciamo durante il sonno, oggi molto più fragile nella compulsione del presente continuato, di un’attività onirica che ha molti segni positivi. Per la nostra salute, per l’equilibrio del corpo, e perfino per la nostra creatività. Un lavoro prezioso, che dovremmo tutti imparare a non sprecare.

Perché è importante sognare

Mediamente, nel corso della sua vita, un uomo dorme qualcosa come 230mila ore, pari a 26 anni. Di questi ben 6 sono anni di sogni. Immaginate un bambino, pronto per andare a scuola, e ricostruite la sua vita dal momento del primo vagito: quello è il pezzo della nostra esistenza racchiuso nell’energia dei sogni.

Gli scienziati, avanzando negli studi del cervello, stanno dando sempre più valore alla funzione dei sogni per l’assetto psico-fisico dell’uomo. È grazie ai sogni che il motore cerebrale non si spegne, e il cervello poi fa meno fatica a tornare in attività. I muscoli sono paralizzati, ma il cervello veglia. Sono i sogni che ci aiutano a fare pulizia nella nostra testa ingolfata di pensieri accumulati spesso in modo disordinato e compulsivo. È l’attività onirica che consente la vera igiene dell’intero apparato cerebrale.

L’attività del cervello mentre si dorme

Fino a dieci anni fa si pensava che durante il sonno non succedeva quasi nulla. E tutto si riduceva alla fantascienza, perfino a romanzi che raccontavano di fantastiche attività dell’uomo mentre dorme. La scienza invece, negli ultimi anni, sta facendo passi da gigante per mettere a fuoco un’intensa attività del cervello e per capire come funziona quando dormiamo. Scoprendo che si rafforzano i ricordi, si fanno associazioni, si superano le paure. Insomma, ecco la novità, il nostro cervello è attivissimo durante il sonno. Che non è solo riposo, ma anche produzione di nuove conoscenze.

Il neuroscienziato Anat Arzi, con i suoi colleghi dell’Istituto Weizmann, in Israele, ha fatto un test con alcuni volontari. Legare, durante il sonno, un suono a un odore. E ha scoperto che gli esseri umani, senza rendersene conto, inalano profondamente se sentono un profumo e respirano appena se invece l’odore è sgradevole. I volontari sono stati addormentati a un suono accompagnato ad un profumo (deodorante o shampoo) oppure a un secondo suono associato a un cattivo odore (pesce o carne marcia). Al risveglio, i primi respiravano a fondo, i secondi più debolmente.

Un altro esperimento è stato fatto nel tentativo, riuscito, di classificare durante il sonno le parole, e si è scoperto che mentre dormiamo il cervello riesce ad elaborare nuove informazioni. È in piena attività. Tutti motivi che spingono gli studiosi a raccomandare di assecondare il sonno, a non disturbarlo, anche perché si tratta di una necessità. Se non dormiamo ci deprimiamo, siamo più nervosi, tendiamo a dimenticare più facilmente e siamo soggetti a ictus, cardiopatie e morte prematura. Dunque: sogni d’oro e per farli spegnete tutti gli apparecchi elettrici ed elettronici che siete abituati ad utilizzare durante il giorno.

Cervello e sogni

Ma se andiamo oltre gli aspetti legati alla medicina, allora scopriamo che i sogni espandono, e talvolta illuminano, soluzioni che durante la veglia non siamo in grado neanche di approcciare. Il sogno ci porta a capire meglio noi stessi, e quasi prendendoci per mano ci accompagna verso l’eden della creatività. I casi più eclatanti sono infiniti. Paul McCarteney (Beatles) ha sognato musica e testo di Yesterday, prima che diventasse una delle canzoni più celebrate nella storia della musica; Keith Richards (Rolling Stones) non è stato da meno, e grazie a un sogno ha composto l’immortale Satisfaction. Anche il popolarissimo scrittore Stephen King deve il suo successo a un sogno: durante una notte trascorsa in aereo, ha creato la trama di Misery, best seller narrativo e poi film di grande successo. Per non parlare di Larry Page che sognò un motore con esattamente le stesse caratteristiche di Google, e prima di lui, Otto Loewi, premio Nobel della Medicina grazie alla scoperta delle informazioni elaborate dal cervello con la chimica e non elettronicamente. Una scoperta sognata, prima di essere poi scolpita in un testo.

Conclusione: chiudete gli occhi, dormite (magari se non prendete sonno, fatevi aiutare dai nostri consigli), cercate i sogni, andate incontro al loro mistero. E non sprecateli.

Quale parte del cervello fa sognare

Il cervello è tutto importante, e per questo dobbiamo allenarlo e proteggerlo. Ma la parte del cervello che ci fa sognare è la regione posteriore della corteccia cerebrale. Poi ci sono anche altre zone che possono essere coinvolte, sulla base di ciò che sogniamo. La ricerca più completa sulla zona del cervello dove si concentra l’attività onirica è stata realizzata da un team di neuroscienziati di tutto il mondo, guidati dal professore italiano Giulio Tononi. Il cervello, altro aspetto essenziale di questo studio, è molto ordinato anche nella sua attività di promozione dei sogni. Alcuni contenuti dei sogni che facciamo durante la fase Rem del sonno, parole, volti e immagini, sono collegati all’aumento delle onde cerebrali ad alta frequenza. Nelle stesse zone del cervello coinvolte nell’elaborazione di questi elementi quando siamo svegli. in cervello, sia se dormiamo sia se siamo svegli, grazie al suo ordine, non spreca nulla della sua attività.

Perché abbiamo bisogno dei sogni

L’uomo ha bisogno di sognare. Lo indicano, con una valutazione unanime, specialisti di Medicina generale, neurologi, psichiatri, psicoanalisti. Tra i motivi per i quali abbiamo bisogno di sognare, ci sono:

  • L’allenamento a situazioni “estreme”, che viviamo attraverso un sogno, ma che prima o poi potremmo ritrovarci anche nella vita reale
  • L’aumento della creatività che il sogno garantisce
  • La pulizia del cervello
  • Rielaborare e metabolizzare ricordi ed esperienze
  • Elaborare un lutto o un grave dolore
  • Attivare le emozioni
  • Scoprire i segreti del nostro inconscio
  • Liberarsi di impulsi repressi durante la giornata
  • Scoprire parti della nostra intimità che non conosciamo

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