Torniamo a parlare di sanità e, come accade il più delle volte, anche di sprechi. Questa volta ci spostiamo in Basilicata dove le ambulanze del 118 di 36 diversi presidi territoriali di soccorso arrivano a percorrere fino a 400 chilometri per raggiungere e rientrare dall’unica postazione attivata in tutta la regione per la sanificazione ordinaria e straordinaria.
La postazione si trova infatti a Sant’Arcangelo, unico centro abilitato attraverso una gara. Peccato che un piano regionale, mai reso operativo, ne prevedeva invece diversi, distribuiti per tutta la regione. Questo ha fatto sì che le ambulanze raggiungessero Sant’Arcangelo anche da località molto distanti quali Melfi, Lavello, Venosa, Pescopagano, con ingenti costi per l’amministrazione tra cui le spese per il carburante e la consistente usura dei mezzi. Senza contare l’indisponibilità dell’ambulanza sul posto in caso di emergenze sanitarie.
Uno spreco di denaro pubblico che si sarebbe potuto evitare se i responsabili delle Aziende Sanitarie Locali avessero attivato più postazioni di sanificazione, collocandole in maniera uniforme su tutto il territorio.
Per questo motivo, il nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Potenza ha inoltrato alla Procura regionale della Corte dei Conti un’informativa contenente gli estremi di una segnalazione per un danno all’erario pari ad oltre 100.000 euro e la denuncia di 16 dirigenti, responsabili a vario titolo delle Aziende sanitarie coinvolte.
Uno spreco intollerabile in tempi in cui il sistema sanitario nazionale è sottoposto a continui tagli di cui a farne le spese sono come sempre i pazienti e i cittadini.
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