Ci risiamo. Non bastavano le assurde “spese istituzionali” dei consiglieri della Regione Lombardia o le acconciature dal parrucchiere e i vestiti comprati dai consiglieri regionali della Sardegna con soldi pubblici. Ora entra in scena anche la Regione Calabria dove la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha scovato centinaia di migliaia di euro di fatture non giustificate.
Dieci i consiglieri indagati che, come anticipa il Quotidiano della Calabria, questa volta oltre ai soliti viaggi in Italia e all’estero, iPhone e iPad, auto di lusso, pranzi e cene, sono arrivati a farsi rimborsare anche le multe per divieto di sosta e eccesso di velocità e addirittura i gratta e vinci.
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C’è chi si è fatto rimborsare il singolo caffè da 70 centesimi, gli scontrini del bar da pochi spicci, le ricariche del telefono, le bollette della tarsu, i detersivi e i pieni di carburante.
Anche le tasse da versare all’Agenzia delle Entrate sono elencate come rimborsi delle attività politico-istituzionali.
Insomma, non manca nulla nei bilanci dei gruppi del Consiglio Regionale della Calabria. L’accusa per gli iscritti al registro degli indagati, oltre ai consiglieri anche quasi tutti i direttori amministrativi dei gruppi di Palazzo Campanella, è di peculato.
Ma non è tutto: oltre alle spese già citate ci sarebbe una cifra che potrebbe superare addirittura il milione di euro di cui non c’è più traccia. Niente fatture e nessuna ricevuta.
Ancora una volta un nuovo spreco e sperpero di denaro pubblico a spese dei contribuenti calabresi che per pagare le stesse tasse che i consiglieri si sono fatti rimborsare di certo non hanno fatto ricorso ai soldi pubblici.
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