La disciplina giapponese, dopo lo tsunami e il terremoto che l’11 marzo scorso hanno devastato la costa orientale del paese, si sta esercitando in diverse direzioni. Tra queste la più significativa è il risparmio energetico. Abituati a livelli di consumi di elettricità perfino più alti di quelli americani, i giapponesi stanno arretrando sotto la pressione di un piano nazionale di austerità che dovrebbe però tradursi in nuovi stili di vita standard e non più legati all’emergenza.
Mentre l’evoluzione della catastrofe nucleare è ancora tutta decifrare, il governo è sceso in campo, d’intesa con le amministrazioni locali, con una martellante campagna pubblicitaria per invitare la popolazione a ridurre i consumi energetici. La parola d’ordine è molto chiara: non sprecare.
Un gruppo di graphic designer ha creato un sito, www.pstr.jp, per presentare i poster diffusi nelle strade, nei luoghi pubblici, in televisione. Le frasi scritte a caratteri cubitali sui manifesti contengono una serie di indicazioni che riguardano i consumi domestici, l’uso di computer, cellulari e televisioni, la mobilità in automobile. All’insegna dello slogan “risparmiamo energia per la ricostruzione”, i giapponesi sono invitati a non lasciare gli apparecchi in stand by, a mettere in funzione lavatrici e lavastoviglie nelle ore notturne, a spegnere le luci in casa. E perfino a preferire il vecchio rasoio con le lame ai rasoi elettrici quando bisogna tagliare la barba.
La campagna di informazione va ben oltre l’emergenza e, all’insegna dell’idea di trasformare il risparmio in un’abitudine collettiva e individuale, invita anche ad altri, importanti cambiamenti degli stili di vita. Per esempio: Trasformiamo il tempo passato davanti alla televisione, oppure collegandosi con Internet, nel tempo per la conversazione. Oppure, comprare solo il necessario, evitando gli acquisti compulsivi, la febbre dello shopping, e lo spreco di oggetti che poi non vengono utilizzati. Sono cose che possiamo fare tutti, ogni giorno e con semplicità, avvertono i manifesti del governo. Quanto all’automobile, l’appello è di usarla in città quando è necessario, preferendo i mezzi pubblici, la bici e le più salutari passeggiate. In alcuni manifesti, infine, viene indicato il consumo di energia per ciascun elettrodomestico o gadget elettronico.
La campagna per il risparmio energetico in Giappone fa appello sui sentimenti di unità nazionale del popolo (“Uno per tutti, tutti per uno. Tutti insieme risparmiamo energia” recita un poster), e i risultati sono già molto concreti. Nelle ultime due settimane, da quando sono partiti gli appelli alla popolazione, la domanda di elettricità dei giapponesi è scesa da 3.050 kilowatt a 3.290, con un taglio attorno al 10 per cento. Un taglio reso possibile solo da due parole: non sprecare.
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