In Gran Bretagna chiude l’ultima centrale a carbone

Il Regno Unito diventa così il primo paese industrializzato del G7 carbon free. La stessa nazione dove è nata l’elettricità a carbone per alimentare la rivoluzione industriale

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Il 30 settembre 2024 è un giorno che passerà alla storia della Gran Bretagna. E’ la data nella quale si è spenta l’ultima centrale elettrica alimentata a carbone, a Ratcliffe-on-Soar, in Nottinghamshire, attiva dal lontano 1968. Fino a qualche tempo fa questa centrale, da sola, emetteva da 8 a 10 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, pari alle emissioni di circa 2 milioni di auto.

L’evento della chiusura è importante, e non solo per il Regno Unito, per diverse ragioni. Innanzitutto il Regno Unito diventa il primo Paese industrializzato del G7 che chiude definitivamente la pagina di storia dell’energia prodotta dal carbone. Altri Paesi lo hanno promesso, ma in date molto più avanzate: nel 2038, come nel caso della Germania (dove per il momento il 27 per cento dell’energia si produce ancora dal carbone), e nel 2025, come nel caso dell’Italia, anche vi è molta incertezza su questa scadenza. Grandi potenze, come l’America, non hanno mai comunicato una data di abbandono del carbone, mentre Cina e India negli ultimi anni hanno persino costruito un numero record di nuove centrali a carbone. Il risultato è che, alla faccia di tutti gli impegni sottoscritti e di quanto è scolpito nell’Agenda Onu 2030 sullo Sviluppo Sostenibile, il 2023 è stato l’anno nel quale la produzione di carbone nel mondo ha toccato il suo massimo storico, e il carbone genera ancora il 35 per cento dell’elettricità del Pianeta.

In secondo luogo, la rivoluzione anglosassone matura nello stesso Paese dove in qualche modo è nata l’energia prodotta dal carbone: era il 1882, quando nel Regno Unito venne aperta la prima centrale a carbone, a Holborn, nei sobborghi di Londra, e nel 1920 tutta l’energia della Gran Bretagna si produceva bruciando il carbone Ancora negli anni Sessanta da questa fonte arrivava il 90 per cento delle forniture energetiche inglesi. Infine, la chiusura dell’ultima centrale a carbone fa parte di un piano a medio-lungo termine, battezzato GB Energy, con il quale, solo in una prima fase, il Paese anglosassone investirà 8 miliardi di sterline di fondi pubblici per finanziare e incentivare il cambio di paradigma nella politica energetica nazionale.

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