Una piccola regione, grandissimi sprechi. In Valle d’Aosta – scrive Massimo Morici sul sito del settimanale Panorama – lo Stato spende sedici volte di più che in Lombardia: 13.139 euro pro capite, record italiano. Come quello del numero di consiglieri e della spesa per le giunte. Per essere la più piccola regione d’Italia, per numero abitanti (127.000) e area (3.263 chilometri quadrati), la Valle d’Aosta è senz’altro la più cara. Anzi, carissima. Per dire, nel 2010 lo Stato spendeva per ogni valdaostano 13.139 euro, una cifra quasi doppia rispetto alla spesa media pro capite per le altre regioni a statuto speciale, che vanno dai 9.544 euro della provincia autonoma di Bolzano ai 4.630 euro della Sardegna. E addirittura sei volte di più di quanto lo Stato spende in Lombardia, la regione più ricca e popolosa d’Italia: qui la spesa pro capite è la più bassa d’Italia, ferma a quota 2.202 euro.
I numeri sono della Cgia di Mestre che ha rielaborato i dati Issirfa – Cnr sul decennio 2000-2010. Un periodo che ha visto aumentare del 74,6% la spesa per le regioni, rispetto a un’inflazione del 23,9% nel periodo, in particolare nelle speciali (+78,7%). Ma in quanto a mani bucate, la Valle d’Aosta, non ha pari, anche se la cifra totale spesa dallo Stato è passata da 1,089 miliardi a 1,6 miliardi del 2010, sedici volte di meno di quanto spendiamo per mantenere la Sicilia (26,9 miliardi). Dove vanno tutti i soldi che Roma versa ad Aosta? È presto detto: stando alla rielaborazione della Cgia di Mestre (qui lo studio integrale), la maggior parte è andata all’amministrazione generale, esattamente 2.988 euro pro capite. Si tratta di soldi destinati a pagare il personale – la Regione bilingue (qui il francese è ufficiale alla pari dell’italiano) ha indetto ben 43 concorsi per l’assunzione di nuove forze nel solo biennio 2010-2012, per la sicurezza e per coprire le spese di funzionamento dei vari enti. Poi vengono la sanità (16,7% del totale) e lo sviluppo economico, ossia i contributi per l’industria, l’artigianato il commercio, l’agricoltura e il turismo (9,8%).
Soldi che non sempre sono stati spesi bene. Stando al Sole 24 ore, che ha rielaborato dati provenienti dal ministero dell’Economia e dai consigli regionali, la Valle d’Aosta per esempio conta la spesa più alta per mantenere consigli e giunte in rapporto alla popolazione (120,5 euro per abitante), e ovviamente il più alto numero di consiglieri ogni 100.000 abitanti: 27,3 contro una media italiana di 1,8 e il record lombardo di 0,8. In tempi recenti, inoltre, sono finite anche le opere pubbliche. Come la ristrutturazione, ancora non completata, del Parco Archeologico di via Saint- Martin- de – Corléan, con un costo preventivato di 13 milioni di euro da parte dell’amministrazione regionale (qui la delibera), anche se alcune associazioni locali stimano una spesa effettiva superiore di quattro o cinque volte, un’opera finita due anni fa nel mirino dei magistrati che avevano aperto un’inchiesta per far luce su eventuali sprechi di denaro pubblico e possibili violazioni urbanistiche.
Poi c’è l’aeroporto. Intitolato all’aviatore Corrado Gex e acquistato dalla Regione, che lo gestisce tramite l’Avda SPA, controllata per il 49%, mentre il restante 51% è in mano a un privato (Air Vallée), dopo una chiusura durata quasi tre anni ha riaperto i battenti lo scorso anno per poi rimanere inattivo: costato 30 milioni di euro, come riporta la Stampa, nel 2011 ha avuto solo 85 passeggeri, mentre ancora si attende il via libera dell’Enac per la riapertura della linea Aosta Roma, cancellata nel 2008. Insomma, ad Aosta un aeroporto c’è, ma di aerei se ne vedono ancora pochi. A volare, per ora, sono stati solo i soldi, pubblici.
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