Ancora troppi morti sulle strade italiane. Che ci mettono all’undicesimo posto in Europa per sicurezza stradale, con un costo per lo Stato, per le famiglie e le imprese di 31.137 milioni di euro l’anno, pari al 2,4% del Pil. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, nel corso dell’audizione alla Commissione Trasporti della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di sicurezza nella circolazione stradale. Occorrono, sottolinea il ministro, norme piu’ rigorose, piu’ controlli, l’adozione del Piano per la sicurezza stradale in collaborazione con Regioni, Province e Comuni.
Il ministro ha chiesto al Parlamento una delega di ampio respiro per l’armonizzazione delle norme comportamentali e del sistema sanzionatorio della circolazione stradale. Necessario anche aggiornare il Piano per la sicurezza stradale, rivedendone i meccanismi, puntando su progetti strategici. Rafforzamento, poi, le sedi di coordinamento e confronto per accelerare la messa a apunto delle soluzioni piu’ efficaci. Indispensabile il monitoraggio degli interventi e dei risultati conseguiti. Educazione stradale, poi, a scuola, per radicare la cultura della sicurezza nei ragazzi. Nel breve periodo, poi, sempre puntando al dimezzamento delle vittime della strada entro il 2010, incremento dei controlli, rendendoli piu’ specifici e capillari, mettendo sotto l’obiettivo la guida sotto effetto di alcolici e stupefacenti. Previsto anche un riesame del recupero dei punti della patente, che ora avviene in maniera troppo facile e semplicistica, dice il ministro, una sorta di presa in giro.
Primo fattore di miglioramento della sicurezza stradale e’ stata l’introduzione della patente a punti, ha sottolineato il ministro. Secondo fattore, l’aumento dei controlli. Nel 2007, ha ricordato il ministro, sono state registrate 5.131 morti sulle strade, con oltre 325mila feriti. Un bilancio che segnala l’uso della macchina, come di gran lunga piu’ pericoloso dell’utilizzo di navi, aerei e treni, che nel complesso non rappresentano neanche l’1% dei decessi avvenuti in incidenti stradali.
Dal 2003, comunque, l’Italia sta riducendo il numero degli incidenti stradali, recuperando posizioni in Europa, ma il numero di morti e feriti rimane sempre alto, ha sottolineato Matteoli.
Il sistema stradale, ha sottolineato Matteoli, non e’ adeguato ai volumi di traffico, che cresce in maniera inversamente proporzionale rispetto a quelli che sono gli sviluppi delle infrastrutture italiane. Matteoli ha sottolineato che ci sono 850 veicoli per ogni mille abitanti, mentre le infrastrutture del Paese sono cresciute solamente di pochi punti percentuali. La regolamentazione del traffico, poi, e’ migliorabile, visto che manca spesso di organicita’. Troppe volte, inoltre, si fa un uso strumentale dei limiti di velocita’ solo per fare cassa nei municipi. E la citta’ rappresenta uno dei piu’ pericolosi punti per l’incidentalita’, visto che ben 2.269 morti sono avvenute proprio su strade urbane. Tra le strade piu’ pericolose il Grande Raccordo anulare della Capitale, la Domiziana, la Nettunense, la Pontina e la Romea.
Il pericolo, poi, corre anche sulle due ruote: nel 2007 sono morte ben 1.540 persone, con 90mila feriti, per lo piu’ nelle aree urbane. Le vittime della mobilita’, pedoni e ciclisti, sono stati 979, con 35.060 feriti. Le strade urbane restano ancora ai margini dei miglioramenti che si registrano, per esempio sulle autostrade. L’audizione e’ stata trasmessa in diretta sul sito del Sole 24 Ore grazie a un accordo di collaborazione con la Camera.
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