InGalera: il ristorante gestito dai detenuti di Bollate

Un progetto nato grazie all’energia della generosa imprenditrice della ristorazione Silvia Polleri. Menù a pranzo, cena e per eventi organizzati. Sold out quasi ogni sera

InGalera Bollate

Sembra una scena tratta dalla serie televisiva Mare fuori, e invece nel carcere di Bollate, a Milano, esiste davvero un ristorante portato avanti dai detenuti. E si chiama InGalera.

INGALERA RISTORANTE GESTITO DAI DETENUTI DEL CARCERE DI BOLLATE

InGalera è il primo e unico ristorante realizzato in un carcere italiano, grazie all’energia di Silvia Polleri, generosa imprenditrice della ristorazione, conosciuta nell’ambiente come Nonna Galeotta.  Seguiti da uno che professionista e formati attraverso dei corsi gestiti dall’Istituto alberghiero Paolo Frisi di Milano, i detenuti di Bollate portano avanti sia la cucina sia il servizio a tavola. E con molta disciplina preparano il loro futuro per quando finalmente potranno lasciare il penitenziario. Il ristorante dispone di 50 posti, è aperto per pranzo e cena, e offre anche la possibilità di incontri aziendali, feste, serate a tema, open day. I prezzi sono più che ragionevoli, attorni ai 15-18 euro a piatto. E il sabato è prevista una promozione, a ora di pranzo con un menù “tutto compreso” a 40 euro a persona.

MENU’ RISTORANTE IN GALERA

Il menù del ristorante In Galera è molto ricercato, ma anche sano. Si può ordinare la carne argentina, come la classica cotoletta alla milanese. I vini arrivano anche al calici  con nomi ironici: da Il Ricercato a Malandrino. E il conto, alla fine, più che ragionevole, considerando che i clienti sostengono anche una causa per il reintegro dei detenuti quando usciranno dal carcere: circa 75 euro a persona.   

Immagine tratta dalla pagina Facebook di InGalera

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