INQUINAMENTO LONDRA –
Un sorpasso che proprio gli inglesi non si aspettavano: Londra è diventata la più inquinata metropoli del mondo, peggio di Pechino. Lo smog soffoca i suoi 8 milioni e mezzo di abitanti (che diventano 12 milioni se consideriamo anche i sobborghi della città) e la percentuale di sostanze tossiche nell’aria è aumentata al di là di qualsiasi catastrofica previsione.
Un metro cubo d’aria a Londra, infatti, contiene 198 grammi di gas nocivi rispetto ai 190 grammi di Pechino. Un triste sorpasso, con la cortina grigia da record che copre la città come una gigantesca cappa, favorito anche dalla diminuzione del vento e in generale dal surriscaldamento urbano. Un sorpasso che ricorda i terribili anni Cinquanta quando in un solo anno, nel 1952, morirono a Londra 3mila persone, vittime del “Grande Smog”.
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CAUSE INQUINAMENTO LONDRA –
Ma le principali cause di questo disastro ambientale sono altre, e non sono certo riconducibili solo alla scarsità dei venti. Innanzitutto non funziona il modello della mobilità. Nonostante i costi salatissimi per il pedaggio che consente ad auto e camion di circolare nei quartieri centrali della capitale inglese, l’uso dei mezzi privati è ancora troppo alto, come il traffico. D’altra parte Londra è una città ricca e il ticket non spaventa i suoi residenti.
In secondo luogo, si tratta di auto e mezzi a diesel, fortemente inquinanti, vetture che qui sembrano ancora di gran moda e di largo consumo. Poi c’è l’effetto caminetto: molte case sono riscaldate con camini e stufe a legna, ma la combustione di materiale vegetale, fuori controllo, emette sostante tossiche, come il micidiale particolato, tipico delle auto inquinanti. L’aria così si sporca e la cosa più grave è che a casa si passa molto più tempo che all’esterno. Inoltre i londinesi fanno un grave errore: spesso bruciano legna umida, e laddove la percentuale di umidità supera il 20 per cento aumentano anche le sostanze tossiche.
SMOG A LONDRA –
Come uscirne? Il sindaco sta cercando di correre ai ripari, e pensa di allargare il perimetro della città chiuso al traffico, se non con il pagamento del ticket, aumentando allo stesso tempo la tassa sulla circolazione urbana. Inoltre sono stati messi in campo incentivi di efficienza energetica per sostituire gli impianti di riscaldamento con le biomasse, in periferia, o con le pompe di calore, in città.
In realtà bisognerebbe avere più coraggio. E guardare a Parigi, per esempio, dove auto e camion a diesel saranno completamente vietati entro il 2015. E dove la mobilità alternativa, quella legata alla rete dello sharing, è stata molto sviluppata, puntando su auto, moto e bici elettriche. Non solo. Bisognerebbe puntare con più decisione sulle nuove tecnologie per gli impianti di riscaldamento e costringere i londinesi a modificare il loro paradigma energetico domestico. Cose non facili in una città abituata alle sue tradizioni, anche quando avvelenano l’aria. Peggio che a Pechino.
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