Siamo diventati un popolo che divora gli integratori, pensando che siano portatori di benessere e longevità, e riescano anche a colmare i nostri vuoti negli stili di vita. Così tra i tanti strani record che abbiamo in Italia c’è quello del consumo pro capite di integratori. Oltre 32 milioni di italiani acquistano, ogni anno, integratori alimentari, e spendiamo, mediamente, circa 42 euro all’anno a testa. Record europeo, che puzza di spreco e pone il seguente interrogativo: Gli integratori alimentari servono davvero?
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Il mercato
Il mercato mondiale degli integratori ha il suo epicentro in America. Secondo i dati del National Health and Nutrion Examination Survet del Centers for Disease Control and Prevention Cop, il 52 per cento degli adulti americani ha riferito di avere utilizzato almeno un integratore alimentare nei 30 giorni precedenti l’intervista, mentre più del 30 per cento ha dichiarato di aver consumato un integratore multivitaminico- minerale. D’altra parte, basta entrare in un supermercato o in una farmacia di una qualsiasi cittadina americana, grande o piccola che sia, per ritrovarsi circondati dalle confezioni di integratori, di tutte le specie e di tutte le quantità.
In Italia il mercato degli integratori vale una spesa annua, da parte dei consumatori di 5mila miliardi, un evidente spreco per almeno due buoni motivi. L’abisso che ci separa dagli atri paesi europei, dove pure c’è grande attenzione per la salute (in Francia la spesa è di appena 12 euro per cittadino all’anno; in Austria e Belgio, 33 euro). E il fatto che siamo il paese per eccellenza della dieta mediterranea e delle sue materie prime, dalla frutta alla verdura. Dunque, siamo pieni di integratori alimentari naturali, e non si capisce per quale motivo dobbiamo fare incetta di quelli che troviamo in farmacia, pompati dal marketing e dalla pubblicità.
Che cosa dice la scienza sugli integratori
Non esistono dati scientifici, a nessun livello che possono confermare l’utilità e l’efficacia degli integratori. Semmai esistono ricerche di segno opposto. Per esempio, sulla rivista americana New Scientist è stata pubblicata un’analisi, con il contributo di diverse università degli Stati Uniti, che prende in considerazione tutte le categorie di vitamine, dalla A alla K. Nel caso della vitamina A (fondamentale per la crescita e per la vista) viene assolutamente sconsigliato l’uso di integratori che, secondo alcune ricerche, potrebbero perfino aumentare i rischi di tumore. Meglio invece il pesce o il latte con i suoi derivati. Integratori di vitamine B (quelle che trasformano in cibo in energia) possono essere considerati soltanto per vegani e vegetariani. Queste vitamine utili per la prevenzione cardiovascolare, infatti, si trovano nella carne, nelle uova e nei latticini. Vitamina C, la più venduta, che ci porta calcio e cromo: gli integratori non servono assolutamente a nulla. Bastano frutta e verdura. La vitamina E, che svolge una funzione essenziale per rafforzare le nostre difese immunitarie, ci arriva in modo naturale ed a sufficienza dagli oli vegetali, dai semi, dalla frutta secca e dalle verdure verdi. Si possono assumere integratori alimentari sono se venisse certificata una carenza nell’organismo di vitamina E. La vitamina D, la cui carenza può favorire il rachitismo, ci arriva con i raggi del sole: dunque gli integratori sono possibili per donne incinte, anziani e bambini che non possono prendere il sole. La vitamina K, che rafforza le ossa, si trova nelle verdure, e anche in questo caso i medici sconsigliano gli integratori. Inutili e costosi.
La Fondazione Veronesi e gli integratori
Anche la Fondazione Veronesi, puntualmente aggiornata sugli strumenti per la lotta al cancro e sui migliori stili di vita come essenziale forma di prevenzione per la salute, sul suo sito segnala con chiarezza che, in primo luogo, <i multivitaminici e in particolare la vitamina E e il betacarotene non servono a prevenire il cancro o malattie cardiache nei soggetti sani>. E cita i risultati della US Preventive Service Task Force (USPSTF), un gruppo di volontari esperti americani, sulla prevenzione delle malattie e sulla medicina basata sull’evidenza: il rapporto rischi-benefici è stato pubblicato sulla rivista scientifica Jama e si può sintetizzare con un netto squilibrio a favore dei primi, mentre non ci sono evidenze scientifiche di alcun genere che possano giustificare l’uso di integratori da parte della popolazione sana.
Danni degli integratori
Ma gli integratori non sono soltanto inutili, in alcune circostanze possono diventare persino dannosi. Ad esempio, l’uso di betacarotene da parte di persone che fumano tabacco e hanno un’esposizione professionale all’amianto, può aumentare il rischio di incidenza del cancro al polmone. Gli integratori a base di vitamina A, invece, possono ridurre la densità ossea, causare danni al fegato e al feto del neonato. La vitamina D, in dosi elevate, aumenta il pericolo di ipercalcemia e calcoli renali.
Altri studi sui danni degli integratori
In Italia la voce più autorevole sull’argomento è sicuramente quella di Silvio Garattini, per molti anni direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano: «Ormai è pacifico che questi prodotti sono inutili, piuttosto si sta indagando per capire se non siano portatori di effetti tossici». E anche in questo caso è indicativa una ricerca di fonte americana condotta in 63 reparti di pronto soccorso degli ospedali del Paese. Bene: sulla base dei dati raccolti si stima che negli Stati Uniti ogni anno vi siano 23.000 persone che finiscono in pronto soccorso per gravi effetti avversi attribuiti proprio a integratori alimentari. Nel 30 per cento dei casi si tratta di giovani adulti in età compresa tra i 20 e i 34 anni, e nel 20 per cento di casi di bambini che hanno avuto accesso a questi prodotti senza alcun controllo da parte del pediatra.
Uno studio realizzato da Fabiana Quaglia, docente di Tecnologia farmaceutica dell’università Federico II di Napoli, ha dimostrato l’inutilità sostanziale degli integratori alimentari: non sono in grado di rilasciare i loro componenti attivi, quelli per i quai vengono acquistati. Gli integratori esaminati dalla Quaglia non hanno passato il test della disgregazione, che simula ciò che avviene nell’apparato digerente. In pratica, una volta che entrano nell’esofago, poi non si sciolgono nellostomaco o nell’intestino. E non hanno quindi alcun effetto. Andando oltre, la docente napoletana ha allargato il test su trenta integratori alimentari in compresse di diverse marche. Risultato: la metà di queste compresse non ha superato il test. Per evitare ciò che si configura come una vera truffa, la Quaglia chiede alla Federsalus, l’associazione del settore, di imporre a tutti gli associati il test di disaggregazione. Ed ai consumatori suggerisce di farlo in casa. Basta tenere la compressa in acqua a 37 gradi per mezz’ora e vedere che cosa accade: se non si scioglie può anche riportarla al farmacista. Non serve a nulla.
Integratori alimentari acquistati per dimagrire
Tra gli integratori alimentari più diffusi ci sono quelli che vengono presentati come utili per dimagrire. Possono contenere diverse sostanze, tra le quali anche vitamine, minerali, estratti vegetali. E si possono assumere sotto forma di capsule, liquidi, polveri. L’unica cosa che hanno in comune è questa: non servono allo scopo. Anzi, possono essere controproducenti. Come gli integratori di spirulina, per fare un esempio, assolutamente dannosi per le persone che hanno problemi alla tiroide. In ogni caso, chi ha deciso di provare a dimagrire utilizzando gli integratori alimentari, dovrebbe farlo sempre dopo aver consultato il medico.
Effetto degli integratori sugli stili di vita
Ma gli integratori, tra gli effetti indesiderati e collaterali che producono, hanno anche la capacità di diventare un boomerang per chi li consuma. Chi li sceglie si sente protetto e con la coscienza a posto, quasi autorizzato a una dieta non equilibrata e a non sforzarsi per fare un’attività fisica costante. Per non parlare del fumo e dell’alcol. Gli integratori diventano così gli alibi per stili di vita dannosi.
Alternative agli integratori alimentari
Ascoltate, dunque, il consiglio del professore Garattini: per le giuste dosi di vitamine e sali minerali che servono al nostro organismo, non bisogna utilizzare, sprecando soldi, gli integratori alimentari, ma basta una buona dieta mediterranea e una costante attività fisica. E se proprio non volete rinunciare alla vostra inutile spesa, comunicatelo al medico, se non altro per evitare almeno la tossicità dovuta a interazioni con altri farmaci.
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