Utilizzare l’intelligenza artificiale nel settore alimentare, permettendo alle aziende di risparmiare, a livello annuale, fino a 300mila euro di prodotti invenduti. Con il duplice scopo di impedire lo spreco di risorse economiche e di cibo invenduto, destinato a diventare rifiuto. Questa è, in breve, la missione di Hopenly, italianissima e innovativa azienda che si occupa di data-science, ossia la lettura di flussi di dati, la loro raccolta,, e lo studio di ciò che essi raccontano.
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE CONTRO LO SPRECO
Applicati alle aziende i dati sono fondamentali per creare modelli di gestione ottimizzati e non spreconi, per prevenire, o risolvere, problemi nell’allocazione delle risorse, ma anche, più semplicemente, per sapere meglio e più in fretta cosa funziona e cosa, eventualmente, no.
Quando i grafici e le statistiche incontrano l’attenzione per l’ambiente e il non-spreco, i risultati sono sbalorditivi: non basta più una gestione snella ed efficiente del magazzino, con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale proposto da Hopenly la riduzione di prodotti freschi invenduti è stata di 170 mila euro in un anno, pari al 2.6% del fatturato di un’importante azienda del settore alimentare italiano.
Nata nel 2014 a Bologna da un’idea di Barbara Vecchi, founder e CEO, Hopenly ha permesso l’introduzione, nella pianificazione dei prodotti da acquistare, del cosiddetto “algoritmo predittivo”, per ottimizzare produzione e vendita dei prodotti freschi, soprattutto nel settore ortofrutticolo.
In un’intervista al quotidiano Il Sole 24 Ore,è la founder stessa di Hopenly a spiegare, nel concreto, cosa fa la sua azienda, e quali vantaggi offre nella lotta allo spreco alimentare: «Crediamo che l’intelligenza artificiale – spiega – possa aiutare manager e imprenditori ad eliminare gli sprechi e ad alleggerire il magazzino, limitando i costi di produzione inutili. I modelli basati su algoritmi permettono infatti di anticipare i trend di domanda futuri e consentono un deciso vantaggio competitivo, tanto più in un contesto dove la concorrenza sarà sempre più agguerrita».
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AZIENDA ITALIANA HOPENLY
Attraverso questo algoritmo, in parole povere, è possibile prevedere i trend di vendita, limitando gli approvvigionamenti, se parliamo del settore della grande distribuzione, o addirittura la produzione, se ci riferiamo all’ortofrutta. Così si riesce anche ad aggiustare il tiro dell’efficienza andando sempre più verso lo spreco zero.
I dati che Hopenly è in grado di incrociare sono tantissimi, provenienti da tante fonti informative diverse: dati climatici, notizie,festività, eventuali scioperi, storico delle vendite, disponibilità di materia prima, stagionalità, promozioni, ed altre, formulando un output sotto forma di database contenente, a cadenza settimanale, una previsione delle future 4-5 settimane. Tale algoritmo viene ovviamente modellato a seconda dell’azienda e delle peculiarità del settore.
Stimando i volumi di vendita si riesce a ridurre i prodotti freschi invenduti e limitare al massimo il pericolo di non riuscire a rifornire gli scaffali, ciò che nel gergo della distribuzione si chiama “out of stock”.
Ma non solo: ottimizzare la produzione significa ridurre lo smaltimento della plastica e delle confezioni, un’attenzione eco-friendly che permette di ridurre il costo finale aumentando i margini di guadagno.
(Immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook di Hopenly)
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