La sindrome dell’intestino irritabile, più nota come Ibs (dall’inglese Irritable Bowel Syndrome)è una patologia intestinale dall’andamento cronico-ricorrente, con alcuni connotati precisi, come il dolore addominale (almeno una volta alla settimane negli ultimi tre mesi) associato all’irregolarità delle funzioni intestinali (dalla stitichezza alla diarrea). L’intestino irritabile è una patologia molto diffusa e riguarda una percentuale attorno al 5 per cento della popolazione del mondo occidentale, con una prevalenza di donne di età superiore ai 50 anni.
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Cause
Gli studi sull’intestino irritabile non hanno ancora consentito di accertare le sue cause, anche se ormai si parla di una patologia multifattoriale, con risvolti psico-sociali determinanti. In pratica, l’intestino è una sorta di “secondo cervello”, in costante contatto con il “primo cervello” e quindi tutto ciò che esiste di negativo nella psiche di una persona può avere un riflesso diretto sulla sua attività intestinale, e viceversa. Poi ci sono alcune cause biologiche, come per esempio:
- Una dieta troppo ricca di grassi e di carboidrati
- Sensibilità viscerale
- Alterazioni del microbiota
- Infiammazioni e alterazioni intestinali
Tipi di intestino irritabile
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) può essere classificata in diverse categorie basate sui sintomi predominanti:
- IBS-C (con predominanza di stitichezza): I pazienti tendono a soffrire di evacuazioni difficili, irregolari e spesso dolorose, con feci dure e secche.
- IBS-D (con predominanza di diarrea): Caratterizzata da evacuazioni frequenti e urgenti, spesso accompagnate da dolore addominale e una sensazione di evacuazione incompleta.
- IBS-M (misto): I pazienti alternano periodi di diarrea a periodi di stitichezza, rendendo il trattamento più complesso.
- IBS-U (indeterminato): In questa sottocategoria, i sintomi non si conformano stabilmente ad alcun schema preciso, variando significativamente nel tempo.
Sintomi
I sintomi più frequenti dell’intestino irritabili sono molto evidenti e circoscritti.
- Dolore addominale
- Stitichezza o diarrea
- Gonfiore
- Meteorismo
- Depressione
- Ansia
- Emicrania
- Cistite
- Problemi sessuali
Come capire se si soffre di intestino irritabile
- Dolore al momento della defecazione
- Dolore collegato all frequenza dei movimenti intestinali
- Feci più morbide o più solide rispetto al solito
- Frequenza della defecazione anomala: più di tre movimenti intestinali al giorno, oppure meno di tre alla settimana
- Passaggio di muco in più di uno dei quattro movimenti intestinali
- Gonfiore o sensazione di avere l’addome dilatato in più di un giorno su quattro
Diagnosi
La diagnosi della Ibs avviene su due livelli, dopo un’approfondita visita da parte del gastroenterologo. Il primo riguarda alcune indagini di laboratorio che serviranno a escludere la presenza di altre malattie scambiate per Ibs, come la celiachia, la colcolosi della colecisti, la pancreatite biliare e la malattia diverticolare. Tra questi esami ci sono quelli del sangue e delle feci, la sierologia (utile, in particolare, per diagnosticare la celiachia), la proteina C reattiva e, in casi più complessi, la colonscopia o la Tac addominale. Il secondo livello di indagini, trattandosi di una patologia con tratti psico-sociali, riguarda la vita della persona e che cosa può essere accaduto per scatenare l’infiammazione.
Cure
Le opzioni di trattamento per l’IBS sono varie e mirate a alleviare i sintomi specifici. Una panoramica dettagliata delle cure include:
- Dieta: Seguire una dieta a basso contenuto di FODMAP (Fermentable Oligo-, Di-, Monosaccharides And Polyols) ha mostrato efficacia nel ridurre i sintomi in molti pazienti. Gli alimenti ricchi di FODMAP possono aggravare i sintomi poiché sono difficili da digerire e possono causare fermentazione nel colon.
- Farmaci:
- Regolatori della motilità intestinale: come la loperamide per la diarrea o gli agenti per aumentare la motilità intestinale in caso di stitichezza.
- Antispasmodici: per alleviare il dolore addominale e crampi, come il mebeverine.
- Antidepressivi: utilizzati non solo per la depressione ma anche per il loro effetto sul controllo del dolore e della motilità intestinale.
- Probiotici: possono aiutare a riequilibrare il microbiota intestinale, che in alcuni studi è stato trovato alterato nei pazienti con IBS.
- Terapie psicologiche: La terapia comportamentale cognitiva (CBT) e altre terapie psicologiche sono efficaci nel gestire l’ansia e la depressione associate all’IBS, migliorando così indirettamente i sintomi fisici.
Prevenzione
La prevenzione dell’intestino irritabile è molto collegata ai possibili rischi che riguardano la sua genesi. Per la parte psicologica, può essere opportuno affidarsi a un bravo psicoterapeuta. Per la fisiologia intestinale, invece, contano gli stili di vita. E in particolare una dieta che limiti i carboidrati fermentabili come lattosio, legumi, cipolle e grano, e un’attività fisica che preveda, per esempio, almeno 30 minuti di camminata al giorno. In ogni caso l’approccio preventivo dell’Ibs deve essere integrato tra fisiologia intestinale e fattori psicosociali.
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