Ippoterapia: come funziona e che cosa cura

Aiuta per la riabilitazione fisica e per rafforzare i muscoli. Ma risulta efficace anche per la depressione, l’anoressia e le bulimia. E si utilizza molto con i disabili

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Banalmente, l’ippoterapia è un modo per curare e anche per affrontare difficoltà relazionali, nel caso di problemi di disabilità. Il cavallo è un’animale molto utile all’uomo, anche sotto questo aspetto, e qualsiasi esercizio che lo riguarda (trottare, galoppare, passeggiare), mette in movimento tutto il corpo. E questo sicuramente è un primo livello di benessere. L’ippoterapia, conosciuta anche come equitazione integrata, o anche come Terapia per il mezzo del cavallo (Tmc), non è un’attività scoperta recentemente, ma le sue origini sono molto antiche.

Origini

La parola deriva dal greco hippos, che significa cavallo, e therapeia, che significa cura o trattamento: da qui la sintesi di una disciplina fondata sull’interazione tra il cavallo e il paziente, sfruttando il movimento dell’animale per stimolare il corpo e la mente. Le radici risalgono alle civiltà greca e romana e Ippocrate, il padre della medicina, scrisse spesso a proposito delle proprietà curative del cavallo e su come i suoi movimenti potessero avere effetti positivi sul corpo umano. Ma fu soltanto nel XX secolo che l’ippoterapia venne di fatto riconosciuta come una pratica con aspetti terapeutici, e in particolare la scoperta delle sue qualità avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale, quando fu utilizzata per la riabilitazione dei soldati feriti al fronte. Nel 1960, in Europa vennero creati i primi programmi di ippoterapia, che si diffusero poi in tutto il mondo, e agli inizi degli anni Settanta la International Horseback Riding Therapy Association (IHRA, fece in modo che l’ippoterapia venisse riconosciuta e praticata in tutto il mondo.

Come si pratica

La prima fase è quella del grooming: il paziente, ancora a terra e senza montare l’animale, entra in contatto con il suo mondo, conosce il cavallo, se ne prende cura e crea una relazione fondamentale per l’efficacia della terapia. Dopo si passa alla monta in sella, quando gestire le proprie emozioni e quelle del cavallo0, diventa l’aspetto centrale della terapia. Anche qui bisogna procedere per gradi: in una prima fase è indispensabile la presenza dell’istruttore, poi il cavaliere-paziente può diventare autonomo.

Cosa cura

L’ippoterapia si è molto sviluppata e diffusa, a partire dagli ultimi anni, anche grazie a una serie di ricerche scientifiche che ne hanno dimostrato l’efficacia, persino rispetto a malattie serie. Come per esempio:

Ippoterapia e disabilità motoria

Tra i benefici dell’ippoterapia rientrano i vantaggi per le persone che hanno problemi di mobilità o di disabilità motorie: consente, infatti, di fare movimenti che in altre circostanze risulterebbero impossibili. Questo aspetto è particolarmente utile per chi soffre di disturbi neurologici, come la paralisi cerebrale infantile, la sclerosi multipla, o lesioni del midollo spinale. Inoltre, l’ippoterapia stimola la circolazione sanguigna e il sistema respiratorio, migliorando la resistenza fisica. Le persone che praticano l’ippoterapia tendono a mostrare miglioramenti nella coordinazione e nell’agilità, fattori fondamentali per l’autosufficienza quotidiana.

Ippoterapia e disabilità psichica e cognitiva

Ma forse la parte più interessante e in fase di crescita dell’ippoterapia è la sua applicazione come pratica per curare le disabilità psichiche e cognitive. Traggono sicuramente beneficio da questa pratica le persone con disturbi emotivi, come l’ansia e lo stress. L’andatura ritmica del cavallo ha un effetto calmante, e la connessione con il cavallo favorisce un senso di tranquillità e la fiducia in sé stessi, che aiutano a superare il senso di isolamento che spesso accompagna le persone con gravi disabilità. Le persone che hanno difficoltà nell’esprimere emozioni o nel gestire situazioni sociali possono trovare nell’interazione con il cavallo una modalità di comunicazione alternativa che li aiuta ad aprirsi e a migliorare le proprie competenze interpersonali. L’ippoterapia è efficace nel caso di persone affette da autismo, sindrome di Down, disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), e altre disabilità cognitive. In generale, aiuta a sviluppare l’autocontrollo, l’autostima e la capacità di concentrazione.

Ippoterapia durante la riabilitazione

Chi ha avuto un incidente, una frattura, un trauma, e magari ha dovuto affrontare un intervento chirurgico, trova nell’ippoterapia un valido strumento di riabilitazione complessiva, fisica e mentale. Si tratta di un ottimo complemento alla fisioterapia tradizionale, in quanto stimola in modo naturale la muscolatura e il sistema nervoso.

Ippoterapia per bambini

L’ippoterapia può essere utilizzata per i bambini che hanno:

  • Difficoltà cognitive e comportamentali
  • Difficoltà motorie
  • Problemi di comunicazione e di relazione con gli altri
  • Carenza di autostima
  • Problemi di postura o di scarso senso dell’equilibrio
  • Problemi di iperattività e di scarsa concentrazione

Come accedere all’ippoterapia

L’ippoterapia va fatta soltanto con personale qualificato e addestrato. Il ministero della Salute, proprio per evitare lo spreco e gli abusi di questa pratica, ha creato la piattaforma Digital Pet. Basta indicare la regione e il luogo dove si risiede e si avrà l’elenco completo degli enti che erogano questo servizio sul proprio territorio. E si potrà anche verificare il percorso di formazione dell’operatore scelto.

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