Troppi bonus. Con un rischio altissimo di sprecare le risorse disponibili e perdere un’occasione unica per orientare la ripresa dell’economia verso lo sviluppo sostenibile. Il governo continua a scrivere decreti con una pioggia di sussidi, bonus, incentivi e rinvii di pagamenti. L’ultimo ne contiene 37 e quello precedente 19, per un totale di 56 aiuti a pioggia e una spesa, solo per l’ultimo decreto, di oltre 13 miliardi di euro. Nessun governo europeo ha fatto una cosa simile e con un ventaglio così vasto di provvedimenti.
L’ITALIA DEI BONUS
I bonus cambiano soltanto sulla base del nome di accompagnamento, ma il meccanismo dell’urbi et orbi è analogo. Bonus bebè, affitti, badanti, mascherine. E anche bonus vacanze, monopattini, bici, auto, inquinanti e non inquinanti. L’unico criterio, di breve termine, che accompagna queste misure è quello di non scontentare alcuna categoria, per il semplice motivo che in tempi di Covid-19 la sensibilità dell’opinione pubblica è alle stelle, e in Italia ogni anno ci sono elezioni che pesano. Ma così non si governa un Paese dandogli una rotta, un orizzonte che non sia l’eterno presente. E ovviamente si penalizzano le categorie che più hanno a che fare con il futuro e non sono raccolte con una lobby che pesa in termini elettorali. Le categorie dei giovani, studenti o lavoratori che siano, disoccupati o occupati, a tempo pieno o a tempo determinato.
Si firmano bonus, e non si pensa all’Italia che verrà. Si allargano i cordoni della borsa, mai così piena (e sono tutti debiti che prima o poi bisognerà pagare), e non si parla di impegni che pure tutti i governi hanno sempre preso. Il taglio degli sprechi. La riduzione della spesa pubblica improduttiva.
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PIOGGIA DI SUSSIDI IN ITALIA
La pioggia di sussidi semina anche gravi distorsioni. Mentre si continua a dare mance a tutti, anche a chi non ne ha bisogno (come abbiamo visto con alcuni sussidi ad aziende e professionisti), è chiaro che mancano le risorse da concentrare su una riforma fiscale ispirata a un solo principio. Ridurre il carico delle tasse pagate dagli italiani onesti.
Tra i sussidi, quasi il 45 per cento servirà a rinviare versamenti delle imposte. Anche qui: nessuna selezione e provvedimenti uguali per tutti. In compenso, tra un rinvio e un altro la lotta all’evasione fiscale (un gigantesco spreco di 10 miliardi l’anno) subirà un altro colpo e un nuovo rinvio.
TROPPI BONUS IN ITALIA
Senza fare alcuna selezione i bonus incentivano scelte da parte dei consumatori di segno opposto. Prendiamo il caso dell’auto. Sono stati incentivati gli acquisti di auto ibride ed elettriche, mentre l’intera industria automobilistica è nella fase del cambiamento. Bene. Ma invece di spingere al massimo per accelerare il percorso, il governo ha pensato bene di dare bonus, molto generosi, anche per gli acquisti di auto a benzina ed a diesel. Quelle che dovrebbero scomparire per centrare l’obiettivo Ue di ridurre le emissioni del 37,5 per cento entro il 2030. Ma così il parco macchine si gonfia di auto che inquinano, e non il contrario.
Il provvedimento è talmente sgangherato da rischiare di diventare solo un annuncio: con i fondi messi sul tavolo, infatti, non si riuscirà a distribuire bonus per auto a benzina ed a diesel per più di un mese. A meno che il governo non decida di aumentare la grandezza di questa torta da distribuire con nuovi bonus.
La sensazione finale è che in Italia ci si muove come a proposito degli incentivi a famiglie ed imprese che determinano effetti inquinanti: valgono 19 miliardi di euro l’anno. E intanto il governo continua a promettere un New Deal sostenibile. Un bel titolo che, in queste condizioni, resterà tale.
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