In Italia i medici radiati e sospesi lavorano come se nulla fosse accaduto

Sono oltre 900 in questa condizione di totale impunità. La drammatica scoperta dopo la morte di una donna sottoposta a liposuzione in uno studio privato a Roma.

Simonetta Kalfus

Simonetta Kalfus aveva 62 anni e godeva di ottima salute: è morta il 18 marzo 2025 per le conseguenze di una grave infezione dopo che si era sottoposta, in uno studio privato a Roma, a un intervento estetico di liposuzione, un’operazione chirurgica che permette di eliminare il grasso da alcune zone del corpo tramite aspirazione. Una vita sprecata.

Sarà la magistratura a stabilire fino in fondo le responsabilità dei medici indagati per gravissimi reati ipotizzati (omicidio colposo, favoreggiamento e omissione di soccorso): Francesco Iandimarino, l’anestesista dell’ospedale Grassi di Ostia, amico della donna, che le aveva suggerito l’intervento e dove farlo; Eleonora Valletta, https://www.nonsprecare.it/wp-admin/edit.phpmedico della clinica Sant’Anna di Pomezia; e Carlo Bravi, il chirurgo che ha operato Simonetta Kalfus.

Ma questa tragedia è servita a scoprire, con numeri precisi, lo scandalo di quasi 1.000 medici radiati o sospesi che, nonostante questi provvedimenti, lavorano ancora regolarmente e possono fare molti danni. Carlo Bravi, il chirurgo finito sotto inchiesta per la morte di Simonetta, è già stato condannato a un anno per lesioni colpose nel 2024, pena sospesa, per aver sbagliato l’intervento al seno di una donna. Il 15 febbraio del 2023 i NAS erano intervenuti nel suo studio a piazza Re di Roma mettendovi i sigilli a causa delle condizioni igienico-sanitarie (l’ambiente risultava, secondo la denuncia dei Nas, «non sterile, non asettico e non fornito delle strumentazioni adeguate a fronteggiare l’attività svolta»). E Bravi avrebbe persino utilizzato il timbro di un altro medico per fare le ricette.

E vediamo come si arriva, attraverso un episodio di cronaca, ai 900 medici radiati e sospesi ma ancora in piena attività. La loro impunità è garantita da un meccanismo bizantino e corporativo, che sembra ricamato su misura per non arrivare mai alle conseguenze per i reati e gli errori, anche mortali, commessi. Il primo passaggio spetta all’Ordine dei Medici, che interviene con estrema cautela, e non senza l’idea di fornire uno scudo protettivo alla categoria, quando un medico o un altro operatore sanitario commettono qualcosa che può costituire un illecito disciplinare. A quel punto l’Ordine può dare la sanzione che arriva fino alla radiazione. I medici irresponsabili e palesemente incompetenti vengono così fermati? Neanche per idea. Sospesi o radiati che siano hanno diritto di fare ricorso alla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni sanitarie (la Cceps): e basta presentare il ricorso per sospendere l’efficacia della sanzione sino a che la Commissione non si pronuncia. La Cceps, nel corso degli anni, si è così trasformata in una sorta di “porto delle nebbie”, tanto che lo stesso presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (sono ben 106 in tutta Italia!), Filippo Anelli, ha denunciato la cifra-chiave di questo gigantesco spreco sulla pelle dei cittadini: 900 medici, tra radiati e sospesi che, grazie al ricorso presentato presso la Cceps e ai tempi biblici con i quali lavora, continuano tranquillamente a svolgere la loro attività.

Eppure la Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie è un organismo consultivo e di vigilanza istituito in Italia proprio per garantire il corretto esercizio delle professioni sanitarie. La sua funzione principale è quella di supervisionare e monitorare l’operato delle professioni sanitarie, come medici, infermieri, fisioterapisti e altre figure professionali nel settore sanitario. E chi nomina i componenti della Commissione? In teoria si tratta di un organo del Ministero della Salute; in pratica le nomine dei componenti, formalmente decise dal ministero, sono indicate dalle organizzazioni professionali sanitarie, come associazioni, ordini e collegi professionali. A partire proprio da quegli Ordini dei medici dai quali arriva la denuncia del presidente Anelli. Il cerchio corporativo a questo punto si chiude, e di fronte ai numeri dei medici radiati e sospesi, in attesa di una valutazione della Ceeps, viene da chiedersi: ma siamo sicuri che questo organismo sia utile rispetto alla missione per la quale è nato? Oppure siamo in presenza di un altro spreco in quel voluminoso catalogo degli sprechi legati al settore sanitario?

Foto di copertina tratta da Ansa

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