La ricerca continua ad approfondire gli effetti sulla salute delle persone della glicemia, considerando la diffusione del diabete su scala globale (in Italia 4 milioni di persone soffrono di diabete di tipo 2, il più comune). L’ultima ricerca p dell’UK Prospective Diabetes Study, ed è stata pubblicata sulla rivista The Lancet: il trattamento tempestivo della glicemia, riportata a livelli accettabili, diminuisce il rischio di morte di una percentuale compresa tra il 10 e il 20 per cento, e il pericolo di un attacco al cuore diventa più basso del 30 per cento. Per non parlare delle complicanze, come la retinopatia diabetica, che vengono ridotte a percentuali molto basse. La cosa interessante di questo studio è il campione molto ampio (5mila persone con una diagnosi di diabete di tipo 2), e la durata della ricerca (24 anni).
Già in passato uno studio americano, pubblicato su The Journal of the American Medical Association, aveva dimostrato che migliorare il controllo dei parametri fondamentali (biomarcatori) dell’emoglobina glicata, dell’indice di massa corporea (Bmi), della pressione sistolica e del colesterolo Ldl, può prolungare in media di tre anni l’aspettativa di vita delle persone con diabete di tipo 2. E, per chi ha valori molto alti, ricondurli e mantenerli in linea con i livelli ottimali può portare addirittura a un allungamento di dieci anni.
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